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"Social Card": poco Social, molto Card...
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 19/11/2009

(Video: lo spot promo del progetto ONU "Stand up"! Contro la povertà nel mondo)

 

 

Social Card: un progetto che nominalmente avrebbe dovuto sostenere le famiglie indigenti. Le fasce povere. Gli anziani. Le famiglie con bambini piccoli. "Avrebbe dovuto" perché ad un anno dalla messa in atto ed in circolazione di questa sorta di carta acquisti sociale, via di mezzo fra i nuovi metodi di pagamento elettronico e tessera di regime di lontana memoria, escono fuori tutte le falle, a cominciare dall'iter burocratico per poterla ottenere, per finire alla revoca di molte carte assegnate, come è accaduto e sta accadendo a molte famiglie.

 

Ma ripercorriamo un po' i punti di questa ennesima trovata che diviene una beffa nel contenitore dei progetti di "Economia creativa" come viene chiamato tutto ciò che si riferisce a nuove metodologie economiche a 360 gradi.

 

Per entrare in possesso della Social Card, è necessario dimostrare…di esser poveri. Chiaro e limpido. In pratica: avere un indicatore della situazione socio-economia equivalente (Isee) inferiore ai 6 mila euro; avere il reddito personale inferiore a 6 mila euro, o a 8 mila, se si aveva più di 70 anni; non avere intestata più di un'utenza del gas e dell'elettricità; non essere titolare di un deposito di risparmi superiore a 15 mila euro; non essere proprietari di un'auto o di una quota di almeno 25 per cento di un altro appartamento; non detenere una quota di almeno il 10 per cento di un immobile non a uso abitativo, come il garage o la cantina. Insomma: poveri. Ma davvero.

 

Sul milione e trecentomila famiglie ipotizzate dal Ministro Tremonti come possibili candidate all'ottenimento della Social Card, ad oggi il numero effettivo è minore alle 500.000.
 

Il motivo è presto spiegato: oltre al solito farraginoso iter burocratico da seguire, che screma automaticamente molte persone anziane, sole, disabili che quindi hanno concrete difficoltà a girare per uffici, c'è quel documento, l'Isee che determina l'ammissibilità o meno al contributo economico.

 

Sforare anche di pochi centesimi di euro dal tetto massimo di reddito consentito, annulla automaticamente la procedura di rilascio della Social Card.

 

Ancora una volta, chi è più soggetto passivo e con minori capacità di acquisto nel nostro Paese, subisce angherie su angherie. In poche parole: se sei povero, devi avere ancor meno. E nel caso, con molte difficoltà.

 

40 euro al mese, in rate bimestrali. Una miseria. Che si aggiunge alla miseria. Un chilo di pane al giorno. Semmai. O la splendida "opportunità" di poter ottenere sconti fino al 20% nei centri commerciali desinati. Certo: con 40 euro al mese, c'è di che scialare nei grandi magazzini. Ma si può scegliere di pagarci le bollette o meglio, la bolletta: a scelta fra Luce e Gas. E le altre? Se non puoi pagarle, ci sono altre agevolazioni statali. Difficilissime da ottenere. Non avevamo dubbi. O il distacco dell'utenza: vera infamia contro chi già ha tanto da tribolare.

 

Circa cinquecentomila famiglie quindi, sono entrate in possesso dallo scorso anno di questa tesserina elettronica. Le prime falle: molti arrivavano alla cassa del supermercato per sentirsi dire dalla cassiera che la carta non era abilitata. Molte persone si sono ritrovate con la vergogna di dover rimettere tutto a posto, per mancanza di denaro.

 

Le spiegazioni? Nessuna realmente chiara. Ministero dell'Economia e Poste Italiane non sono state in grado di sollevare un po' la vergogna di tante persone.

 

Insomma: una bella propaganda per il Governo, scarsa concretezza nel progetto, pochi beneficiari e tanti interessi imprenditoriali fra chi ha prodotto concretamente le tessere magnetiche e chi le distribuisce: è stato calcolato che il volume di affari si attesta intorno ai 21 milioni di euro, fra Inps, allestimento dei call-center, commissioni a Poste, e Caf. Unico dato certo, visto che i dati relativi all'assegnazione delle tessere ed allo sviluppo delle stesse non è evincibile in maniera certa da nessuna parte. Ministero dell'Economia in testa. Una bella somma, distribuita non certo fra le persone più bisognose.

 

Ma non finisce qui, perché nel bailamme inconsulto di questa operazione più di immagine che di costrutto, molte migliaia di famiglie si sono ritrovate in situazioni realmente imbarazzanti.

 

Ad alcune famiglie, dopo aver seguito in tutto l'iter burocratico, dimostrando di rientrare nei parametri richiesti per l'ottenimento, ed una volta che si sono visti confermare l'accettazione della domanda, la carta non è stata attivata dopo averla ricevuta per il "semplice" fatto che i conteggi per determinare l'Isee - l'indicatore della situazione socio-economica equivalente - erano stati errati.

 

Altri ancora, hanno ottenuto la social card e l'hanno utilizzata. Ma se la sono vista revocare, perché il loro monte redditi è salito magari di "ben" 100 euro l'anno: motivo di esclusione certa dall'agevolazione di Stato.

 

Ed altre ancora sono le motivazioni di scontento: per far la spesa nei negozi convenzionati, spesso è necessario fare dei veri e propri viaggi per raggiungere la destinazione. Il saldo della tessera si può avere solo telefonicamente al numero verde 800666888, a patto che si abbia la pazienza e la voglia di restare attaccati al telefono per non perdere il turno. E, cosa importantissima: ogni anno va ripresentata la domanda e seguito tutto l'iter burocratico. Fosse mai che lo Stato scopra che vi siete "arricchiti" di qualche centesimo di euro! Ma attenzione: perché per il 2010 il Ministero non ha ancora riapprovato la misura economica… quindi ad oggi, non è certo che chi l'ha avuta possa usufruirne ancora.

 

Insomma: se avevate ancora dubbi sul fatto che sempre più le fasce deboli hanno il duro destino di dover tribolare ancor di più per campare, avete un solido esempio su cui riflettere.

 

Chi più è ricco, più ha possibilità per arricchirsi. Chi più è povero, più viene sottoposto all'infamia di un girone infernale che oltre a sottoporre chi più ha bisogno a pressioni di ogni tipo, relega in un angolo sempre più abbandonato e buio, una parte di energia vitale del Paese. Quella che in realtà dovrebbe ottenere più attenzioni. E che invece viene affossata sempre più, per onorare un patto di guerra contro l'Umanità inferiore economicamente e che non potrà mai assurgere ad un miglioramento della propria condizione di difficoltà sociale.

 

Alla faccia dei progetti a sostegno delle fasce "deboli". Debole in realtà, è il Sistema. Che nuoce gravemente alla salute del Diritto Sociale. …Altro che Social card!




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