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(VIdeo: Non si è fatto in tempo a chiudere l'attuale stagione del teatro Quirino con "Un marito ideale" di Oscar Wilde, portato in scena con la regia di Roberto Valerio - successo che lascia ipotizzare una replica fuori abbonamento per il prossimo ottobre – che già è stato presentato nella mattinata del 20 maggio il programma 2013/2014. "Si è concluso un anno ricco di fascino e grandi nomi, nonostante le difficoltà nel sostenere le spese in un periodo di recessione", dichiara Geppy Gleijeses, direttore dal 2009, succeduto all'Ente Teatrale Italiano che gestiva il teatro dal dopoguerra. E se anche le aspettative economiche per l'immediato non sono rosee, "il teatro è sempre uscito bene nei momenti più duri".
Cartellone futuro che, come buon augurio, è stato denominato "Una nuova stagione", "segno di apertura e speranza per un futuro felice, verso il nuovo mondo che ci attende", continua Gleijeses. I numeri sono in continua crescita, quest'anno sono stati raggiunti quasi 8 mila abbonati, per un tutto esaurito che è stato spesso una costante. "La cosa più importante è stata la fidelizzazione degli spettatori, non abbiamo mai dato 'sòle' come si dice a Roma, nonostante non ci sia più l'Eti con il suo carico di esperienza, assorbita dai nuovi collaboratori". Ha pagato insomma l'idea di un teatro "vivibile 18 ore al giorno, dove poter mangiare, sentire musica, consultare testi, dalla saggistica, ai romanzi, alle poesie".
Anche la prossima stagione vedrà un'ampia varietà di generi, dalle commedie ai grandi classici, dal thriller all'operetta, "ho sempre pensato che le stagioni monotematiche fossero un po' noiose", spiega Gleijeses. Ad inaugurarla, dall'8 al 13 ottobre, il "Mastro don Gesualdo" di Verga, rielaborato da Micaela Miano con la regia di Guglielmo Ferro, figlio di Turi, attore e fondatore dello Stabile di Catania, "che l'apertura intende omaggiare, al di là del valore dell'opera e degli interpreti". "È una produzione giovane, una grande avventura che porta il marchio della nostra terra", interviene lo stesso Guglielmo Ferro.
A seguire, dal 15 al 27 ottobre, "L'avaro" di Molière, per la regia di Claudio Di Palma e con Lello Arena, al suo terzo cimento con il commediografo francese dopo "George Dandin" e "Il tartufo". A cavallo tra ottobre e novembre, Marisa Laurito e Giuseppe Zeno presentano "La signora delle mele", tratto dal film con Bette Davis "Angeli con la pistola" del 1961. "Ci sono voluti quattro anni per montarlo, inseguire i diritti, trovare un produttore. Siamo felici di recitare in un teatro che sa ancora di teatro, senza aver abdicato a nuovi comici scadenti che portano molti soldi e poca qualità", le parole della Laurito. Altro grande classico, nella seconda metà di novembre, "La locandiera" di Carlo Goldoni, con Nancy Brilli guidata da Giuseppe Marini, che afferma di portare sul palco "il trionfo del paradigma di un narcisismo dai contorni inquietanti, nel rispetto dell'originale ma aperto al dramma borghese, nell'agonismo senza fine tra uomo e donna". Dal 3 al 15 dicembre, Marco Bellocchio dirigerà "Zio Vanja", con Michele Placido e Sergio Rubini, quindi seguirà "Hedda Gabler" di Ibsen. Periodo natalizio con "Sogno di una notte di mezza sbornia", di Eduardo De Filippo, commedia che pone davanti ad una vincita al lotto in cui i numeri estratti coinciderebbero anche con la data della morte del non così tanto fortunato giocatore.
Ancora commedia con "La brocca rotta" di Heinrich Von Kleist, esempio in cui la cultura è anche divertente, dal 28 gennaio si cambia genere. Spazio all'operetta con "Cin Ci Là" di Carlo Lombardo, musiche di Virgilio Ranzato e regia di Franco Zappalà. Dall'11 febbraio, riflessioni sul teatro e il suo rapporto con la società ne "Il teatrante", di Thomas Bernhard, quindi "L'importanza di chiamarsi Ernesto", di Wilde, diretto da Geppy Gleijeses, record di incassi tuttora imbattuto in città come Firenze e Venezia. Dal 18 marzo "Pazza", con la "Bond girl" Caterina Murino, dramma giudiziario psicologico ricco di suspense.
Si tornerà a ridere dal 1 aprile, con "Boeing boeing", commedia dalla produzione internazionale, con Gianluca Guidi e Gianluca Ramazzotti, per la regia di Mark Schneider sulla base della regia originale di Matthew Warchus. Finale di stagione a tinte forti, con "Parole incatenate", thriller a due di Jordi Galceran, grande successo in Spagna, interpretato nella versione italiana da Claudia Pandolfi e Francesco Montanari, diretti da Luciano Melchionna, "come suggerisce il titolo, incatena gli spettatori alla poltrona", garantisce Gianluca Ramazzotti, presente anche in questa produzione.
Per informazioni sulla campagna abbonamenti, www.teatroquirino.it |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 06/12/2024 06:13:36 |
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