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RomAmorMio in scena a Roma

RomAmorMio in scena a Roma
Autore: Teresa.Corrado - Vice Direttore
Data: 01/07/2014

Una sgangherata comunità  di attori alla ricerca della grande opportunità si presenta ad un provino per ottenere una parte nel varietà RomAmorMio. Gli artisti, presentandosi e raccondandosi vicendevolmente, offrono una realistica quanto ilare carrellata sulla romanità che attraverserà Anna Magnani, Petrolini,  Monica Vitti, Paolo Panelli per terminare con Alberto Sordi che, attraverso le maschere dei suoi personaggi, ha raffigurato l'Italia dal dopoguerra a tangentopoli, divenendo così uno dei più grandi interpreti del ‘900.

Fabrizio Sabutucci e Francesco Venditti si raccontano come potenziali artisti in cerca di fortuna  richiamando alla memoria  gli importanti film neorealistici di sempre, tra cui Roma città aperta (1945), il cui co-sceneggiatore, Federico Fellini, è stato un altro artista che, avendo acconsentito all'ortodossia nazionale, surrettiziamente girò il dramma anti-fascista della Resistenza. Film evidenziato per l' intensa e magistrale prestazione di Anna Magnani che ha incarnato lo spirito d'indipendenza italiana, la famiglia e l'impegno comune e di sacrificio. Il carattere dinamico della simpatica ed ilare comunità di attori,  ha  così collegato il  neorealismo italiano ai vari artisti documentari, dagli anni 1920 fino  ai primi anni '80. 

Una vecchia Roma, riesumata e reinvetata  ad uso altamente espressivo della combriccola attoriale che ne riprende anedotti ed espressioni dialettali. Il tutto cominciando attraverso la ricca tessitura dei grandi artisti neorealisti che ritrassero i vinti nella loro drammaticità, la loro  macchina da ripresa che assunse il ruolo di protagonista nella tragedia, segnalando un'infanzia italiana mutilata dalla guerra e dalla povertà. Una ricca testimonianza di eventi  per cercare di capire il loro significato per la storia e lo sviluppo europeo, un ritratto epico della lotta italiana, la determinazione e la sopravvivenza negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. 

Naturalmente, la combriccola attoriale si rivolge  al passato per commentare il presente, rimembrando un mosaico di episodi “vintage” caratterizzati da durezza ma anche da epicità e creatività, determinano una visione unitaria di innocenza, umiltà e sentimento comunitario per configurare un commento indiretto sull' attuale collasso d' Italia, l' umiliazione, il disordine  e le  turbolenze politiche. 

La compagnia rimembra  Anna Magnani, con una performance ricca ed espressiva e sottilmente sfumata che dipinge Annarella come donna tragica e sola, un' Anarella che ricorda il suo amante che l'ha abbandonata. Ironia delle ironie: Rossellini stava per abbandonare Magnani per una una donna ancora più bella (ma priva della drammaticità espressiva della Magnani): Ingrid Bergman,  magnifica  attrice  Svedese. Bergman ha avuto anche importanti successi con Casablanca (Michael Curtiz, 1942) e Le campane di Santa Maria (Leo McCarey, 1945). Tuttavia, dopo aver svolto i ruoli che hanno vinto gli Oscar per Olivia de Havilland e Loretta Young, e dopo aver dato tre cattive prestazioni in tre brutti film, sentì la necessità di un cambiamento di carriera. Bergman e Rossellini si sono innamorati mentre giravano Stromboli (1949),  continuando così  una serie di film insieme che costituisce una delle più notevoli collaborazioni. 

La combriccola tra serio e faceto descrive un' Italia  in frantumi, con  il compito di riesumare il passato per rendere l'Italia "di nuovo insieme". Così è stato richiamato alla memoria il  passaggio affascinante dei pimi attori neorealisti al lavoro, i loro provini, le loro tragicomiche avventure. Non è sorprendente che la romanità più verace è quella con le radici neorealistiche più profonde che rivelano un mondo schietto, diretto, anche se talvolta brutale, come un pugno che colpisce lo stomaco per la sua crudezza, evidenziando una crosta indurita di emozioni attraverso cui, come piccoli vulcani, amarezza e vitalismo sgorgano. 

Nel 1960 il cinema italiano ricevette una spinta internazionale quando Sophia Loren è diventata la prima attrice a vincere un Oscar per un film in lingua straniera (due donne). Due nuovi generi cinematografici italiani godettero di popolarità di massa verso la fine del decennio - gli spaghetti western (in particolare la trilogia di Sergio Leone) e il film giallo (film horror cruenti, di cui Dario Argento è il più noto). Un altro regista italiano godette di successo in tutto il mondo attraverso la sua erotica e gioiosa, Trilogia della vita  - Pier Paolo Pasolini. Il suo canto del cigno controverso - il Salò violento e sadico -  ci è stato lasciato pochi mesi dopo il suo assassinio, una tragedia che si presume sia stato un assassinio politico. 

Scritto da Maddalena Celano

 




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Data:10/08/2013
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