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Industria 4.0: l’integrazione delle persone diversamente abili e anziane nella produzione

Industria 4.0: l’integrazione delle persone diversamente abili e anziane nella produzione

Autore: Redazione Economia
Data: 26/02/2019 06:17:01

E' stato presentato nello Smart Mini Factory Lab di via Rosmini a Bolzano, il progetto di ricerca “Assist4Work”. Per tre anni i ricercatori della Facoltà di Scienze e Tecnologie studieranno i bisogni e le soluzioni che permetteranno di integrare più facilmente le persone diversamente abili nei processi produttivi e che renderanno meno pesante dal punto di vista fisico e mentale l’attività lavorativa per le persone più anziane.

 

Il progetto ASSIST4WORK è sostenuto, oltreché da unibz, anche da altre importanti realtà datoriali e del no profit dell’Alto Adige: l’associazione delle imprese artigiane lvh-apa, le cooperative sociali independent L. OnlusGWB - Genossenschaft.Werkstätten.Begleitung e Fraunhofer Italia Research.

 

La ricerca, svolta dal gruppo di ricerca guidato dal prof. Dominik Matt e dal ricercatore e docente Erwin Rauch, punta a capire come garantire un’adeguata sostenibilità sociale della produzione industriale per mezzo di un’organizzazione del lavoro che supporti, con adeguati sistemi di assistenza, l’inserimento lavorativo di persone diversamente abili e che accompagni, mitigandone gli effetti negativi, il processo di invecchiamento del lavoratore. Assieme ai partner esterni, i ricercatori di unibz individueranno le esigenze e le difficoltà delle persone diversamente abili e dei lavoratori più anziani in attività nelle imprese altoatesine del commercio e dell’industria e cercheranno le soluzioni per assicurare che questi possano essere parte attiva nella trasformazione portata dall’Industria 4.0.

 

I ricercatori hanno mostrato alcune delle più attuali tecnologie disponibili il cui impiego verrà valutato nel corso dello studio.

 

Tra queste, ad esempio, un esoscheletro che permetterà di alleviare la fatica dei lavoratori, consentendo loro di svolgere senza danni alla salute anche attività usuranti come il sollevamento di carichi a mano o il lavoro su catene di montaggio dove l’operaio deve operare a lungo con le braccia sollevate. Nei prossimi tre anni di progetto, i ricercatori valuteranno l’efficacia di queste ed altre tecnologie e potranno quindi consigliare alle aziende le soluzioni migliori per integrare le persone diversamente abili nel ciclo produttivo e far sì che i lavoratori più anziani possano continuare a essere impegnati in attività impegnative dal punto di vista fisico e mentale.

 

“L’industria 4.0 a volte è erroneamente vista come una rivoluzione che spazza via posti di lavoro obsoleti. Noi invece vogliamo sottolinearne le enormi potenzialità della produzione dal punto di vista della sostenibilità sociale”, affermano Matt e Rauch, dello Smart Mini Factory Lab, “il nostro obbiettivo, con questo progetto, è la creazione di un prototipo di ambiente di lavoro che renda reale una più efficace collaborazione tra imprese locali, laboratori protetti e cooperative sociali”.

 

Enzo Dellantonio, della cooperativa sociale independent L. Onlus, descrive così la decisione dell’ente non profit di partecipare al progetto: “Fondati da un gruppo di utenti su sedia a rotelle, siamo ormai attivi dal 1997. Nel corso degli anni, la nostra vision non è cambiata. Piuttosto, abbiamo aggiunto nuove attività e servizi che si concentrano sulla dignità umana, le pari opportunità, il diritto a una vita autodeterminata e l’indipendenza delle persone con gravi disabilità motorie, nonché la loro completa inclusione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società. Questo progetto è la naturale prosecuzione di una collaborazione di lunga data con unibz e il loro partner Fraunhofer Italia per migliorare e professionalizzare, su base scientifica, l’offerta di supporto tecnologico sul posto di lavoro alle persone diversamente abili”.

 

“L’implementazione della tecnologia nelle aziende manifatturiere ha successo ed è sostenibile solo se si concentra sulle persone e i collaboratori, con le loro capacità individuali”, aggiunge Michael Riedl, rappresentante di Fraunhofer Italia Research, “l’assistenza intelligente, sia che si tratti di tecnologia dell’informazione o di supporto fisico, rende i processi di lavoro complessi o pesanti più semplici e meno soggetti a errori. L’approccio integrativo di Assist4Work dimostrerà l’importanza sociale positiva che l’uso della tecnologia intelligente può rivestire per il mondo del lavoro di domani”.

 

“Al centro del lavoro quotidiano della cooperativa gwb, per 38 anni, è sempre stata  l’indipendenza delle persone diversamente abili. Siamo lieti di mettere a disposizione queste nostra lunga esperienza ma, allo stesso tempo, siamo curiosi di scoprire approcci inediti, tecnologie innovative, nuovi strumenti e macchinari che stanno già facilitando la vita lavorativa di molte persone”, concludono Sara Rabensteiner e Esther Degasperi, rispettivamente amministratrice delegata ed educatrice sociale di GWB - Genossenschaft.Werkstätten.Begleitung, “Le persone diversamente abili hanno bisogno di lavoro e vogliono lavorare. Tutti i modi e i mezzi che renderanno ciò possibile sono un vantaggio non solo per loro ma, in ultima analisi, anche per l’intera società”.

 

 

 


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