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Fisco selvaggio e sindacato espugnato: che fine faranno gli italiani?
Sembra quasi che la linea politica scelta da questo governo con il consenso dell'opposizione intenda, colpo dopo colpo, costringere i lavoratori alla catena del padrone e privarli di qualsiasi strumento di partecipazione nella vita delle aziende o dei luoghi di lavoro. Il 28 giugno c'è stato un accordo interfederale tra Confindustria, Cgil, Uil e Cisl. La Marcegaglia, dopo 6 ore di trattative, esprimeva sentiti ringraziamenti alle tre sigle. Anche Tremonti ringraziava per la resa incondizionata.
Questo accordo siglato e che va a interessarsi con presunzione del futuro di milioni di lavoratori italiani è stato deciso senza coinvolgere i diretti interessati; deciso solo tra i dirigenti di Cisl, Uil, Cgil e Confindustria. Uno snaturamento dei sindacati nati per tutelare gli interessi dei lavoratori e non quelli degli imprenditori. Federcontribuenti se ne interessa poiché, se è vero che nasce per difendere i diritti dei contribuenti è pur vero che i contribuenti sono i lavoratori di Italia, sono la classe operaia tradita dai propri rappresentanti.
Il fatto poi ci siano stati i ringraziamenti del ministro del ''fisco'' Tremonti, rende tutto ancor più intollerabile ed inquietante. Federcontribuenti tiene a precisare che grazie ad una riforma fiscale 'misteriosa', ma, che comunque non è riuscita a nascondere le sue mire da 'inquisitore', questi lavoratori orfani di rappresentanti sia al governo sia tra i sindacati, subiranno ancor più il boia della riscossione.
Finocchiaro, presidente di Federcontribuenti: « I contribuenti sono il frutto di un indotto. Se messi nella condizione di lavorare potranno pagare le tasse, purchè giuste. Se questi dovranno subire contratti che ne annullano la dignità, con un salario inadeguato vista la marcia 'tremontiana', senza regole per il metodo della riscossione, senza frenare la speculazione bancaria, si arriverà al punto di non avere più contribuenti da rappresentare e senza entrate per lo Stato». Le casse dello Stato si reggono sui contributi versati dai lavoratori ma quando le tasse mangiano un quarto dello stipendio queste non si riescono a pagare scatenando Equitalia.
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