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'Scatta' la XII edizione del Festival Internazionale di Fotografia al Macro

'Scatta' la XII edizione del Festival Internazionale di Fotografia al Macro

Autore: Nostro inviato Luca Nasetti
Data: 04/10/2013 17:17:04

La cultura prima di tutto. L’arte ad ogni costo. Anche quando il prezzo è alto e le risorse limitate. Senza retorica o rassegnazione, attraverso tante difficoltà, ma con coraggio e passione “scatta” domani, fino all’8 dicembre prossimo, il XII Festival Internazionale della Fotografia di Roma al Macro di via Nizza.

Sintesi rappresentativa della crisi istituzionale e sociale, l’edizione del 2013 focalizza l’immagine nell’assenza e nella sospensione dell’essere del mondo: “Vacatio”, il tema di quest’anno, riflette l’atto di fotografare la necessità di ripartire, testimoniare e combattere nuove e vecchie relazioni. Tra uomo e società, tra uomo e politica, tra uomo e arte. Immagini di volti e simboli decadenti di un passato che ancora pesa sul presente, tappezzano le pareti del museo romano per interrogarsi sullo stato attuale delle cose: «Tengo a precisare – sottolinea Alberta Campitelli, dirigente di Roma Capitale – che nonostante il momento che stiamo vivendo tra un incarico ad interim e l’altro, Roma Capitale continua ad investire su progetti culturali significativi e importanti».

La fatica si tocca con mano, così come la soddisfazione di aver portato a casa qualcosa che va ben oltre la solita mostra: «Workshop, conferenze e laboratori anche per i più piccoli – continua la Campitelli – arricchiscono l’edizione numero dodici di nuovi spunti e temi che svelano la fotografia anche come mezzo artistico». L’eco delle enormi potenzialità del festival rimbomba anche nei palazzi di Zètema, tanto che Alvino Ruberti ne esalta il significato: «La crisi politica e i continui tagli alla cultura hanno reso l’organizzazione della mostra molto complessa, ma con le seppur limitate risorse è stato lo stesso Macro a realizzare e a mettere in moto la macchina perché l’evento si potesse svolgere».

Poi il monito: «Dobbiamo iniziare a lavorare perché progetti validi non rimangano nel cassetto». E per lavoro si intende cercare fondi, naturalmente. Soldi che contrariamente a quanto il momento faccia pensare iniziano a uscire fuori (per ora) grazie alla generosità dei romani e alla loro voglia di cultura. Nasce il “crowdfunding“, una delle novità di quest’anno del festival: sarà possibile per chiunque lo desideri donare e contribuire al sostegno delle produzioni in cambio di benefit particolari come vedere il proprio nome scritto nelle sale dell’esposizione, inviti e cataloghi della mostra. Per questo e per altri motivi di carattere più artistico secondo il curatore Marco Delogu, l’edizione 2013 consacra la manifestazione internazionale: «La fotografia diventa arte: l’epoca in cui viviamo entra nella testa e costringe a pensare sulla relazione che c’è tra chi sta davanti e dietro l’obiettivo». Il che evidenzia la necessità di riflettere sul perché nei muri delle nostre città e a Roma vengano lasciati ancora visibili i simboli di un potere non proprio antico e affatto innocuo: l’artista Tim Davis nell’opera “1001 svastiche” ironizza (senza mistificarlo) sul significato del simbolo facendo scorrere a velocità sostenuta gli scatti rubati delle svastiche in città. Il video, quasi comico, rivela invece la tragicità storica di quel segno e che di questi tempi sembra essersi dissolto.

Sospeso. Come la prostituta inquadrata dalla videocamera dello stesso Davis mentre canta a squarciagola e attende che qualche auto si fermi da lei: quando finisce di cantare sorride all’obiettivo, ma alza le spalle per rassegnazione. Nessuno si è accorto di lei e il suo sguardo rimane così sospeso tra l’attesa e l’essere stata ignorata. Tim Davis però, non è l’unico ospite della mostra, perché i protagonisti più rappresentativi della scena internazionale 2013 sono tutti lì: Patrick Faigenbaum, (vincitore del premio Henri Cartier Bresson); Adam Broomberg & Oliver Cnanarin (vincitori del Deutsche Prize a Londra); le personali di due grandi fotografi italiani come Paolo Pellegrini e Guido Guidi; l’omaggio a Gigi Giannuzzi a alla sua casa editrice Trolley Books. Non va dimenticato che l’esposizione verrà articolata non solo al Macro, ma anche nei locali dell’Ex Gil per gentile concessione della Regione Lazio e all’Auditorium. È prevista la partecipazione di oltre 200 fotografi, più di duemila fotografie, cento le mostre, workshop, lecture, laboratori e uno spazio dedicato all’editoria indipendente e self-published. Inoltre, in occasione della giornata del contemporaneo, il museo capitolino sarà aperto gratuitamente al pubblico per tutto sabato 5 ottobre dalle 11 alle due di notte.

Il festival, che vede come collaboratori non solo Zètema, ma anche l’Enel e la Renault, prevede anche nei locali del Macro la mostra fotografica della Birra Peroni (sponsor ufficiale) dalle sue origini fino ad oggi. Il Macro pubblicherà anche un catalogo della mostra in doppia lingua italiano e inglese che comprende una rilevante documentazione di approfondimento del festival. Il programma completo dell’evento è disponibile sul blog blog.fotografiafestival.it.

 


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