Tasse: ora si possono pagare con le opere d'arte...
Il ministero della Cultura annuncia la nomina dei componenti dell’organo consuntivo del governo, che valuterà la cessione di beni culturali. Per pagare le tasse, in mancanza di liquidità, si potranno utilizzare quadri, opere d’arti contemporanea, sculture, archivi, siti archeologici, ville, libri antichi, vincolati o non, ma capaci di permettere, in questo caso a imprenditori o liberi professionisti, di non venir meno alle imposte.
Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, precisa che la legge è vecchia di trent’anni, ma che non è ami stata attuata realmente, salvo in casi rarissimi e che la commissione che avrebbe dovuto vigilare sulla validità delle opere, non si riunisce dal 2010.
Diciamo che la possibilità di venire incontro a chi vuole pagare le tasse, uscendo dalla spirale delle continue difficoltà di pagamento per mancanza di soldi liquidi, quelli che le banche continuano a negare.
Da una parte un’ottima occasione per lo Stato italiano di tornare in possesso di un patrimonio che lentamente negli anni è stato svenduto a privati o in possesso degli stessi perché avevano più possibilità di pagare le ingenti somme di denaro. Ma dall’altra parte anche la voglia di riempire in modo veloce e sicuro le casse sempre più vuote tanto da impedire, probabilmente, il pagamento di fatture a quegli stessi imprenditori a cui, in questo modo, riprenderà i soldi. Ebbene si, perché in moltissimi casi ci sono aziende italiane piccole o medie, che rischiano il fallimento proprio a causa dell’impossibilità di riscuotere soldi da parte di enti pubblici.
Insomma, allo Stato non importa se non ti paga, l’importante è che tu, in quanto impossibilitato a pagare, abbia oggetti di valore grazie ai quali puoi adempiere al primo obbligo come cittadino, pagare le imposte.
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