Rinviati a giudizio 56 ex consiglieri lombardi dal Gup di Milano Fabrizio D'Arcangelo. Sono accusati a vario titolo di peculato e truffa: ancora una volta i consiglieri regionali si appropriano di denaro pubblico per fare spese che nulla hanno a che vedere con il loro incarico politico.

In pratica, sono accusati di aver utilizzato, tra il 2008 e il 2012, i fondi pubblici assegnati ai singoli gruppi regionali per spese personali. Fra le spese non giustificate ci sono gratta e vinci, cartucce da caccia, pagamento di cene a base di aragosta e sushi oppure merende con piadine e nutella e persino l'acquisto di torroni per una somma di circa tre milioni di euro.

Altre tre persone sono state condannate a pene fra i 18 e i 24 mesi, tre persone sono state prosciolte e una è stata assolta.

Di fronte ai giudici della decima sezione penale, il prossimo 1 Luglio - all'avvio del processo - dovranno presentarsi anche l'ex consigliere regionale Nicole Minetti e Renzo Bossi, "il trota", ma anche i leghisti Davide Boni e l'ex consigliere Stefano Galli. Tutte persone che nel periodo in cui si verificarono i fatti facevano parte della maggioranza di governo.

Ma nell'inchiesta, appaiono coinvolti altri esponenti politici di partiti diversi: gli ex assessori della giunta Formigoni Romano Colozzi, Massimo Buscemi e Giulio Boscagl e Chiara Cremonesi, Luca Gaffuri ed Elisabetta Fatuzzo

Carlo Spreafico (Pd) sia Alberto Bonetti Baroggi (PDL) sono statio condannati a due anni di reclusione dopo aver scelto il rito abbreviato, mentre Angelo Costanzo (Pd), è stato condannato a un anno e mezzo di carcere.

Alberto Bonetti Baroggi ha restituito alla Corte dei Conti la cifra contestata.

Guido Galperti, attuale deputato del Partito Democratico è stato assolto, ma per un vizio di procedura, così come gli ex assessori Gianni Rossoni e Mario Scotti e l'ex capogruppo del Pd Carlo Porcari.