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Flop per 'Il vizietto a modo mio' Teatro Arvalia

Flop per 'Il vizietto a modo mio' Teatro Arvalia

Autore: Teresa.Corrado
Data: 09/01/2016 22:34:55

Il teatro Arvalia di Roma, presenta in cartellone lo spettacolo "Il vizietto a modo mio" da un'idea di Filippo Bubbico e Corrado Scalia, portato in scena dalla Compagnia La Quercia Incantata. Con Corrado Scalia, Filippo Bubbico, Bruno Governale, Federica Colucci, Alessandro Lupi, Vincenzo Sartini, Andrea Villanetti, Sandro Scarpelli, Licia Falcone, Eleonora Manara, Glenda Borchi, Claudia Santagata, per la regia di Filippo Bubbico e prodotto da Tom Del Monaco.

Lo spettacolo è tra i più conosciuti a livello teatrale e cinematografico, basti pensare al film di Edouard Molinaro "Il vizietto" (La cage aux folles) del 1978, interpretato da Ugo Tognazzi e Michel Serraut, adattamento cinematografico di un testo teatrale del 1973 che per la comicità e bellezza è stato replicato per cinque anni consecutivi. Il successo del film permise anche di girare due sequel: "Il vizietto II" nel 1980 e "Matrimonio con vizietto" (Il vizietto III) del 1985. Ma il cinema ha reso omaggio ancora a questo spettacolo con una pellicola più moderna, un remake americano dal titolo "Piume di struzzo" con Robin Williams e Nathan Lane, mentre la parte del politico conservatore e bigotto fu affidata a Gene Hackman.  Anche il remake non si distoglie dal racconto originale: il figlio di una coppia gay formata da Albin e Renato ha cresciuto per vent'anni il figlio che Albin ha avuto dopo una notte di sesso con una donna. Il giovane è cresciuto con una famiglia particolare, circondata da personaggi dediti allo spettacolo, i quali gestiscono e lavorano in un night club. Tutto si complica quando il giovane deve presentare la sua famiglia alla famiglia della ragazza con la quale si vuole sposare, il cui padre è un politico conservatore. Di per sé la storia, anche se fa riflettere sugli stereotipi di genere, è comunque una commedia divertente.

Dobbiamo ammettere, con rammarico, che quella andata in scena al teatro Arvalia non è una commedia divertente, perché non fa ridere. Manca di empatia con il pubblico e fra gli attori che, a onor di logica, sembrano non aver ricevuto alcuna guida. Di quella stravagante e divertente vita che si immagina e ci si aspetta sul palco, non abbiamo visto nulla, spesso nemmeno sentito nulla.

È mancata la coesione con la musica, che varia in modo incomprensibile dal pop italiano alla musica classica, al rock, alla dance, senza che sulla scena si comprenda la necessità o utilità, oltre alle canzoni affidate e chi non ha una voce e tempi musicali.

Scarna la scenografia, a tratti pacchiana, ma ben lontana da un night, come lo sono stati i balletti che non rappresentano nulla di ciò che sulla scena viene narrato e con una coreografia amatoriale.

È difficile trovare punti a favore della commedia, che si basano su pochissimi aspetti: come il tenere la voce di Eleonora Manara, Bruno Governale e pochissimi altri, mentre si cerca di comprendere e seguire le recitazioni non all'altezza, come quella di Federica Colucci. Un elogio va allo stesso Governale, l'unico che è riuscito a portare ilarità allo spettacolo. Nei costumi divertenti le parrucche, accessorio che hanno sicuramente attirato la mia attenzione, riportando, per un attimo, la scena al reale mondo delle drag queen. 


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