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Riflessioni sui migranti e sulle responsabilita' dei paesi europei

Riflessioni sui migranti e sulle responsabilita' dei paesi europei

Autore: Susanna Schivardi - Redazione Attualita'
Data: 11/07/2015 11:22:43

Come il mare risucchia i corpi dispersi, così l'ipocrisia inghiotte un'Europa che non riconosce più se stessa. Una comunità che sproloquia, retorizzando su responsabilità e coinvolgimento, minimizzando i rischi per i paesi più potenti, Germania e Francia.

Di fronte alla proposta di interventi militari contro le imbarcazioni di migranti si sono alzate le voci di trecento esperti di schiavismo e migranti. L'ipotesi di attacchi militari è generata dall'equivoco di fondo tra i termini schiavo e migrante, contrabbandieri e trafficanti.

Quelli che erroneamente vengono definiti schiavi del ventunesimo secolo sono esseri umani che, al contrario di due secoli fa, consapevolmente scappano dal loro paese e ancora nutrono speranze di salvezza.Oggi questi esseri umani sono oggetto di speculazioni velate da umanitarismo proprio da parte di quei paesi che in realtà vorrebbero rigettarli nel mare, al loro destino.

Gli stessi paesi che adesso discutono di quote da spartirsi, suscitando anche le polemiche di chi queste quote non le vuole obbligatorie ma solo una libera scelta. Laddove non arriva la ragionevolezza del pensiero, sopraggiunge la follia delle armi, per debellare il problema trafficanti con la forza, a rischio dei soliti "danni collaterali".

Il 18 maggio è stato approvato il piano Eunavfor med,  operazione guidata dall'ammiraglio italiano Enrico Credendino.  Missione che per adesso vede la raccolta di informazioni attraverso navi, elicotteri e droni. Quanto ci vorrà perché donne e bambini ci rimettano ancora la vita?

Nel frattempo l'Australia, gelosa dei propri confini, paga mazzette ai trafficanti perché dirottino i barconi in Malesia e Polinesia. Non è forse una metafora, nemmeno troppo nascosta, di quello che avviene in Europa? Arrivederci al prossimo naufragio, ma non di uomini. Di idee. 


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