Torino: sospesi 22 alunni, foto, video e proteste
La scuola media ancora nella bufera, e questa volta grazie ai propri alunni. Gli studenti dell'Istituto scolastico "Maria Montessori", che riunisce le scuole di San Francesco al Campo e San Maurizio, nei pressi di Torino, hanno filmato i professori durante le lezioni. Non contenti del loro operato, hanno fatto girare gli stessi video su whatsapp e commentato il tutto con frasi pesanti e in molti casi ingiuriose. Scoperta la vicenda, la preside del plesso, ha preso seri provvedimenti nei confronti dei giovanissimi studenti, sospendendone 22 della scuola Media "Mario Costa".
Ad accorgersi dei filmati che giravano non solo tra gli alunni della stessa classe, ma anche in rete, diventando virali, un docente che, a metà ottobre si sarebbe accorto di qualcosa, tra questo anche di essere motivo di scherno da parte di alcuni ragazzi. Il professore ha sequestrato lo smartphone dell'alunno, scoprendo i video, le immagini e i commenti che canzonavano lui e i suoi colleghi. Quando tutto è uscito allo scoperto, i docenti hanno fatto anche la scoperta che per i ragazzi era normale riprendere i docenti mentre facevano lezione e successivamente far girare i video in rete. Alcune foto sono state anche pubblicate su Instagramm.
Le scoperte del professore non si sono fermate alla registrazione delle lezioni. Spulciando all'interno dei telefonini dei ragazzi e quindi della rete, i docenti hanno scoperto anche le foto di alcune ragazzine. Loro le foto le avevano scattate negli spogliatoi della palestra, ma le avevano fatte girare ugualmente sui social.
La preside Adriana Veiluva, per evitare che gli insegnanti procedessero ad una denuncia penale nei confronti degli alunni della scuola, ha deciso di prendere "seri" provvedimenti nei loro confronti. Tutti e 22 gli alunni sono stati sospesi, sei di questi, di seconda e terza media, sono stati sospesi per un giorno, perché considerati i maggiori responsabili della diffusione di foto e video. Gli altri 16, invece, hanno avuto la sospensione solo di alcune ore, con l'obbligo di frequenza.
La pena è comunque finalizzata ad un percorso rieducativo. I ragazzi, infatti, verranno costretti a frequentare delle lezioni sul corretto utilizzo degli smartphone, dei social network e della rete.
La punizione inflitta ai ragazzi ha diviso i genitori. Alcuni hanno accolto con positività la decisione della preside, altri invece, hanno protestato considerandola "troppo severa e inopportuna". Eppure esiste un regolamento Ministeriale che regala l'utilizzo dei cellulari all'interno delle scuole, che afferma che è vietato usare il telefonino durante le lezioni. In caso di violenza psichica o bullismo, è possibile procedere a sanzioni più pesanti, come quelle decise dalla preside in questione. Il provvedimento cerca di far comprendere la gravità dell'azione agli alunni e alle proprie famiglie.
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