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Intervista a Massimo Canu, Direttore dell'agenzia capitolina sulle tossicodipendenze

Intervista a Massimo Canu, Direttore dell'agenzia capitolina sulle tossicodipendenze

Autore: Fabrizio Federici - Redazione Cultura
Data: 30/10/2011 14:11:45
Intervista a Massimo Canu, Direttore dell'agenzia capitolina sulle tossicodipendenze
 
La  recente presentazione, presso la sala Gonzaga del Comando della Polizia di Roma Capitale , della  “Relazione annuale sullo stato delle tossicodipendenze nei Servizi erogati dall’Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze “ per il  2010 ci dà  l’ occasione per discutere a fondo di  questi temi con Massimo Canu, Direttore dell’ Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze. Laureato in Psicologia ad indirizzo clinico e di comunità, specialista in Psicoterapia Familiare e Sistemico-Relazionale, Canu è docente a contratto presso la facoltà di Psicologia 1 della “Sapienza”, e sta cercando d’ orientare maggiormente  il lavoro dell’ Agenzia verso la prevenzione “primaria” delle tossicodipendenze.

D. Direttore,  quale situazione fotografa questa vostra Relazione per il 2010? Cos’ è cambiato nel panorama delle tossicodipendenze a Roma?

R. Nel 2010 i servizi dell’ A.C.T. han registrato complessivamente 2041 utenti e 2358 contatti ( cioè le molteplici registrazioni che i diversi servizi  effettuano per ogni utente).L’ 87,3% degli utenti usufruisce dei “Servizi a bassa soglia”,  destinati proprio a  chi, per vari motivi, non è  in grado d’intraprendere percorsi di disintossicazione, e quindi vòlti a realizzare essenziali obiettivi di partenza come salvaguardia  della salute, riduzione del fenomeno dell’overdose e soddisfacimento dei bisogni primari della persona. Solo il 12,7% usufruisce dei “Servizi ad alta soglia”, cioè sta facendo attualmente un percorso di cura e riabilitazione. L’86% circa degli utenti appartiene al sesso maschile, il 14% circa a quello femminile, e ci sono anche 2 transessuali. Quasi la metà degli utenti ha avuto il primo contatto con la droga in un’età compresa fra 16 e 20 anni, e ben il 24% addirittura tra gli 11 e i 15 anni.

D. Dati preoccupanti, questi ultimi, purtroppo in linea con la letteratura scientifica del settore. E per quanto riguarda i tipi di sostanze stupefacenti?
R. Nel 2010 i servizi stanziali dell’ A.C.T. han rilevato una percentuale di cocainomani identica a quella del 2009 ( 27,8%), mentre quella degli eroinomani accolti è leggermente cresciuta ( 50,8%).Gli utenti rivoltisi alle due linee telefoniche, invece, hanno parlato soprattutto della dipendenza da cocaina. Altro fenomeno preoccupante è il maggior diffondersi di droghe basate su sostanze liberamente acquistabili, che il drogato poi “assembla” ricavandone appunto degli stupefacenti. Mentre , tornando all’età del primo contatto con le droghe, altrettanto preoccupante è la cresciuta  percentuale di utenti che l’hanno avuto in tarda età, sui 60 anni ( rispetto ai 52 anni del 2009).  

D. Di questa Relazione, il Presidente dell’ Agenzia, Luigi Maccaro, ha detto che i dati che ne emergono “ indicano, in particolare,  l'importanza d’ incrementare interventi di prevenzione, capaci di intercettare, prima possibile, il disagio degli adolescenti; oltre a proseguire nell' allargamento della rete di soggetti che, consapevolmente, collaborano negli interventi di lotta alla droga». Condivide quest’ analisi?

R. Certo: direi anzi che il nostro obbiettivo, coerentemente con gli indirizzi dell’ assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani, De Palo, e del Consiglio d’Amministrazione della stessa A.C.T., dev’essere sempre più il miglioramento  della qualità della vita. I programmi di prevenzione, cura e reinserimento sociale  dei tossicodipendenti, attraverso una metodologia olistica, devono porre al centro la persona:  con l’obbiettivo futuro di evitare proprio il primo contatto del cittadino con la droga.

D. Ok: ma, in concreto, come sta proseguendo l’attuazione delle linee programmatiche dell’ Agenzia proposte a dicembre 2009 dal Consiglio Comunale?

R. Recentemente abbiamo proposto due bandi per il reclutamento di nuovo personale, appunto per potenziare i servizi offerti dall’ Agenzia: queste nuove professionalità, che saranno operative da aprile prossimo,  si dedicheranno in pieno non solo alla tossicodipendenza attiva, ma anche alla cura dei tossicodipendenti e al loro reinserimento anche lavorativo. Ma lo strumento principe di tutta la nostra attività, ripeto,  dev’essere la prevenzione primaria. Per questo, da un lato stiamo potenziando i servizi “ A bassa soglia” ( 6 centri diurni, 3  notturni, e 2 comunità di pronta accoglienza). Dall’altro,  stiamo curando il migliore raccordo di questi servizi con quelli “Ad alta soglia” ( attualmente 2: Comunità di riabilitazione residenziale e Centro residenziale di reinserimento ), appunto per incoraggiare il percorso di disintossicazione dell’utente e il raggiungimento del suo  benessere. Una struttura importante che abbiamo creato recentemente, ad esempio,  è un casale , con un ettaro di terreno circostante dove gli utenti in corso di riabilitazione possono dedicarsi  ad attività sportive e ricreative. Ma vogliamo giungere a creare a Roma, col tempo, una vera comunità giovanile in senso lato: che ai giovani  non solo offra servizi alternativi  alla strada, ma proponga stili di vita  più sani e costrutttivi di quelli prevalsi sinora.   
D. E  di quali nuovi strumenti operativi si è dotata l’ A.C.T. anzitutto per raccogliere dati aggiornati?

R. Nel 2009 abbiamo realizzato un Sistema per il monitoraggio delle dipendenze chiamato “GIANO” , Gestione Integrata, Analisi e Orientamento. Questo software consente, da un lato, d’uniformare il sistema di raccolta dei dati, per una miglior comprensione dei fenomeni di dipendenza; e dall’altro, di centralizzare e condividere il percorso di ogni utente all’interno del sistema dei servizi, garantendo sia la coerenza degli interventi riabilitativi che i necessari livelli di tutela dei dati.  

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