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È proprio dell’uomo trovare o tentare di trovare analogie tra due discipline apparentemente diverse. Scoprire che ogni cosa è in qualche modo collegata risponderebbe ad un disegno superiore (quasi divino) e per il quale tutto avrebbe un senso. Tanto che con lo stesso approccio scientifico con cui si studiano le lingue naturali, viene analizzata la struttura di una frase musicale. Per diletto e curiosità o perché ordinariamente chiamiamo l’insieme di accordi, note e spartiti “linguaggio musicale”, è nata la necessità di confrontare le parole e i discorsi con sinfonie e canzoni. Il linguista americano David Pesetsky ha condotto ieri (26 gennaio 2013, ndr) la lectio magistralis sull’argomento nell’ambito del Festival delle Scienze che si è svolto all’Auditorium. Come ogni ragionamento le basi di partenza di Pesetsky sono dei presupposti senza i quali sarebbe impossibile non solo l’approccio allo studio, ma anche e di conseguenza ogni risultato. Per questo le sue premesse mirano solo all’analisi della musica tonale occidentale. Questo perché, come spiega Pesetsky stesso, le teorie su una qualche relazione tra musica e lingua non possono non considerare la sintassi e il lessico che cambiano a seconda del linguaggio usato (italiano, inglese, francese, ovvero giapponese, cinese ecc.). E siccome le lingue di tutto il mondo hanno regole di struttura molto diverse tra loro, si è scelto di iniziare con le lingue occidentali, e di conseguenza con la musica tonale occidentale. Senza essere dei grandi scienziati, alcune similitudini tra note e lettere si possono osservare nell’immediato: entrambe producono suono; entrambe seguono le regole della combinazione degli elementi costitutivi per formare una “frase”; entrambe non possono fare a meno della struttura gerarchica ricorsiva (soggetto, verbo complemento per la lingua; tono e scale per la musica) degli elementi costitutivi per dare un senso al prodotto finale. Le differenze però sono altrettanto significative: la musica, a differenza della lingua, produce sempre un’emozione in chi ascolta, la lingua solo in alcune occasioni (poesia per esempio) ha un effetto evocativo; la lingua, a differenza della musica, ha sempre una costituente semantica in ciò che costruisce, sarebbe difficile cioè verificare che un’opera di Paganini o una pezzo rock dei Rolling Stone sia vero o falso. Dopo di che si potrebbe anche dire: tutti possono parlare, ma non tutti sanno suonare o cantare; nelle lingue non esistono i toni regolari né esistono le scale; nessuna frase musicale può essere interpretata né ha un significato che rimanda ad altri concetti e così via. Dato ciò la teoria più verosimile che unisce, almeno scientificamente, musica e lingua fa riferimento all’utilizzo che i due linguaggi fanno dei propri elementi costituenti. Ossia: sarebbe impossibile trovare delle analogie specifiche tra i due linguaggi, visto che note e lettere non sono controparti, l’unica similitudine possibile allora è a livello generale. Al contrario la differenza tra i due linguaggi deriva proprio dalla differenza formale dei loro elementi costitutivi, per il resto sono identiche. Sono identiche cioè nella struttura “sintattica” delle frasi, perché entrambi i linguaggi condividono le regole di combinazioni per creare una frase. In un esempio classico, Pesetsky fa riferimento alla necessità che il tempo di una frase sia sempre vicino al verbo che ne indica l’azione: “gli aeroporti non parlano più inglese”. Il tempo dato dalla particella più costringe il verbo della frase a marcarlo stretto, infatti in italiano una frase del tipo “più gli aeroporti non parlano inglese” non avrebbe senso né significato. Ecco, in una frase musicale succede la stessa cosa: il tono e la nota dominante di qualsiasi musica, devono stare sempre vicine, altrimenti si ha ciò che comunemente viene detta “stonatura”. In conclusione, lo studio scientifico della musica e delle lingue insieme non ha ancora prodotto un risultato universalmente valido per ogni tipo di lingua e genere musicale. Ma a chi non debba rimanere seduto sui libri costretto a trovare per forza un qualche legame tra i due linguaggi, rimane pur sempre un bel gioco per diletto.
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Commento
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| Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 07/12/2025 05:57:03 |
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