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Insegnanti, ata, studenti, genitori, tutti in piazza contro il nuovo Ddl per la scuola, fortemente voluto dal premier Matteo Renzi, che della scuola, al momento della campagna elettorale, ne aveva fatto un proprio cavallo di battaglia. Una bandiera che l'ha portato ad ottenere i consensi di chi, della scuola, voleva un miglioramento. Promesse che adesso gli insegnanti vedono allontanarsi dai loro obiettivi. Niente assunzioni, niente fine del precariato se non delle graduatorie, niente investimenti, ma solo tagli e accorpamenti. Nei progetti per la scuola si prevedono, nel corso degli anni, continui tagli e dimezzamenti e non finanziamenti. La riforma della scuola risulta sicuramente il maggior flop della campagna di Renzi e quindi dell'intero Pd, non ci si meravigli, allora, se tra le scritte che hanno accompagnato la manifestazione, alcuni insegnanti hanno citato "Mai + Pd". Una marea di persone che hanno sfilato tra un folto numero di forze dell'ordine in tenuta antisommossa, che hanno vigilato e chiuso ogni ingresso verso le vie dei palazzi del potere. Gli insegnanti, invece, hanno dimostrato che a manifestare non ci deve essere alcuna paura. Hanno sfilato tra le strade di Roma con slogan, cantando, utilizzando fischietti e altri arnesi, tra cui coperchi da cucina, per farsi sentire al loro passaggio, accompagnati da bambini e ragazzi. La forza della manifestazione sicuramente sta anche nella presenza di alunni della scuola, a cui gli insegnanti hanno spiegato le motivazioni della loro protesta. Non passa inosservata nemmeno la data del 5 maggio e gli insegnanti scendono in piazza con striscioni che echeggiano ad un più famoso 5 maggio della storia: Ei fu, citano i versi di Manzoni, lo stesso autore che Renzi vuole eliminare dalla scuola. Nemmeno l'arte viene risparmiata e in uno striscione si cita il David esposto a Firenze, dove ignari studenti italiani, ignorando l'arte, lo scambiano per David Backham. Ma la fantasia non ha limiti e #renzistaisereno la tua buona scuola non la vogliamo è una citazione che riecheggia tra i manifestanti. Insomma, gli insegnati, con lo slogan "la buona scuola siamo noi" bocciano Renzi e il suo Ddl. Anche gli studenti scendono in piazza per dare il loro appoggio alla protesta. Si posizionano alla fine del corteo, seguiti a vista dalle forze dell'ordine, ma tranne che accendere qualche bengala e scandire slogan, sfilano compatti con i docenti dietro uno striscione che ne esprime tutta l'indignazione "Le scuole crollano gli studenti no". Uno dei provvedimenti più contestato è il ruolo del preside-sindaco che avrebbe pieni poteri all'interno della scuola, ma su questo il Governo non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro. "Sarà il più grande sciopero della storia della scuola italiana - a dirlo sono i Cobas che manifestano autonomamente sotto la sede del ministero dell'Istruzione in viale Trastevere con canti, musica - è la prima volta che i sei principali sindacati scioperano insieme". A Roma, nonostante il caldo, arrivano treni, pullman da tutte le parti d'Italia e il corteo è lunghissimo. In partenza da piazza della Repubblica, quando il corteo giunge a piazza Santa Susanna, dalla fine dello stesso continuano ad aggiungersi docenti e studenti in arrivo con i mezzi pubblici. Quando si è a pizza del Popolo, la parte finale del corteo arriva intorno alle 12.30, quando ormai i comizi sono cominciati e la gente prova a trovare ristoro non proprio tutti nella piazza, ma anche attorno, cercando zone d'ombra poichè il caldo è insopportabile.
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| I commenti: | |||
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Commento
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| Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 05/12/2025 02:24:50 |
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