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Se ognuno invece di delegare tutta la propria esistenza ad altri esimi sconosciuti, fosse un po’ più partecipe attivo delle incombenze quotidiane e strutturali dell’esistenza, ci sarebbe un bel po di Poter in meno in mano a chi amministra ed un bel po’ di controllo in più, da parte di chi delega.
Chi allontanerà i nostri figli dalla droga, ultima spiaggia per anime disperate che non hanno coraggio sufficiente per vivere in una civiltà troppo contraddittoria e contraria ad ogni forma di equità e dignità umana. Come e chi spiegherà loro, quale sia il vero concetto di “sicurezza”, quando questo concetto, noi stessi, l’abbiamo totalmente ribaltato, confondendolo con l’intolleranza razziale, mentre ogni attimo qualcuno muore senza un vero motivo.
L’indignazione nasce da un buon sentimento, che è quello di una sorta di onestà mista alla capacità di adeguarsi al cambiamento operato per vie traverse, non dalla naturale evoluzione umana, bensì da ciò che chi comanda, prevede di ottenere. Non accettare scientemente queste vie traverse, sarà alla base di un processo di revisione del concetto comune di cittadinanza. Indignazione è un punto limite. Un punto di non ritorno. E non l’abitudine ad esserlo.
Stiamo vivendo una realtà contraddittoria e continuamente contraddetta dai dati statistici. Da un lato siamo una nazione di poveri e cassaintegrati. Dall’altro una nazione di fagocitatori di ogni bene o servizio. Non possiamo fare a meno di nulla. E chi non è realmente in grado di soddisfare la fame bulimica da acquisto, sente su di se una sorta di fallimento sociale.
Ci avviciniamo al settimo mese dopo il sisma in Abruzzo. Di cose se ne sono dette e scritte tante. Si è parlato dello stato di allarme subito dopo il sisma. Dei soccorsi. Dei morti. Delle tendopoli. Della condizione dei terremotati, fisica, logistica e psicologica. E poi, del Decreto 39 per la ricostruzione ed i tanti equivoci e mancati chiarimenti per la ricostruzione. E delle inchieste – sembra insabbiate – sugli eventuali colpevoli delle costruzioni di molti edifici pubblici.
Lo scopo fondamentale della costituzione del CFR fu di creare un filone di letteratura scolastica atto a promuovere e diffondere i benefici di un governo mondiale e attirare l’iscrizione di ricchi intellettuali i quali avrebbero potuto influenzare la direzione della politica estera americana oltre a voler contrastare le tendenze isolazioniste degli americani, contrarie ovviamente agli interessi delle multinazionali Usa.
Hanno almeno un fallimento aziendale alle spalle. Molti sono protestati. Sempre più spesso, hanno le mani in pasta con le grandi organizzazioni malavitose. Giocano coi soldi dei contribuenti. Inciuciano ed utilizzano il denaro pubblico per scopi privati. Sono intoccabili. Guadagnano cifre da capogiro per lavorare il minimo degno di esser nominato. Arrivano alla pensione dopo un nanosecondo e senza aver fatto nulla per meritarlo.
I calzini turchesi del Giudice Mesiano, sono già una traccia nella storia. Che il Giudice volesse comunicare qualcosa attraverso il colore delle proprie calze è al di sotto del dubbio. Ma nell’immaginario collettivo, quei calzini turchesi sono divenuti un simbolo. Un mezzo per trasmettere un credo, un’idea, un’opinione. Sono divenuti un vessillo. Di cui, con molta probabilità, si continuerà a discorrere pur senza rendersi conto di aver creato un simbolismo.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Al di là dell’ottimismo sbandierato da Ryanair, che vorrebbe invogliare i clienti a tornare a volare ancora prima della fine dell’estate, l’era dei voli lowcost pare volgere al termine.
Quanti di voi conoscono i retroscena della riforma Lorenzin? Tracciati e documentai tutto nel mio libro inchiesta. Pecorelli, l’allora presidente AIFA, volò negli USA con la Ministro Lorenzin, per prendere questo importante incarico, assegnatoci direttamente dagli Stati Uniti: ciò conferma ciò che faccio emergere da anni, e che in pochi capiscono ancora. Le decisioni, in special modo quelle importanti, su economia, fisco, sanità, banche, sicurezza, nel sistema politico ed economico internazionale moderno, non sono prese internamente alle singole nazioni. Esistono trattati, accordi, strategie.