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Da qui ad Ottobre, ci sono circa cinque mesi di tempo. Questa volta non si può sbagliare, non ci si può permettere di non sapere, non è possibile votare a casaccio e senza cognizione di causa.
Il prossimo Ottobre, saremo chiamati alle urne, per votare SI o NO alla riforma costituzionale. Non è una riforma che riguarda questo governo, ricordatelo bene. E’ una riforma che resterà dopo il governo Renzi e per i governi a venire.
C’è un’altra categoria, che si è avvantaggiata moltissimo delle norme contenute nel Jobs Act: sono quelle oltre 60,000 imprese italiane che, in maniera del tutto illegale, hanno intascato le agevolazioni fiscali, senza però aver materialmente dato lavoro a una sola persona.
Il caso relativo alla morte di Luca Varani invece, è divenuto – in brevissimo tempo – un omicidio di serie C, categoria a una sola stella. Qualcosa di cui non parlare. Un caso che non deve trovare spazio sulle cronache dei giornali e nemmeno delle trasmissioni televisive dedicate alla Cronaca Nera.
Ogni cittadino europeo, americano e canadese, dovrebbe leggere questo libro. Il motivo è semplice: descrive in maniera chiara, una cosa di cui non si parla, ma particolarmente grave per la condizione socio economica delle popolazioni coinvolte: il TTIP, il Transatlantic Trade and Investment Partnership – Trattato Transatlantico sul Commercio e sugli Investimenti – che, con molta probabilità, verrà ratificato entro l’autunno 2016, da Europa, USA e Canada.
Nel nostro paese, si sta sfruttando alquanto il tema della crisi economica. Da circa 8 anni, da che cioè è avvenuto il dissesto del sistema bancario statunitense, che si è poi pensato di salvare, facendo ricadere sulle popolazioni mondiali il peso degli errori e delle decisioni economiche, anche l’Europa è entrata in quella che – appunto – viene ancora denominata “Crisi economica”.
Riproponiamo un editoriale del nostro Direttore, Emilia Urso Anfuso, pubblicato lo scorso 22 Agosto 2015: è bene conoscere cosa accade per ciò che riguarda la fornitura di armi alle nazioni in guerra
La T-Shirt in questione, è gialla e - al centro - campeggia il logo della DHL, la famosa impresa di spedizioni internazionali, di proprietà di Deutch Post.
Il flop di ieri, non è il flop del referendum. E’ il flop della Democrazia. Come ho avuto più volte modo di dire e scrivere nel periodo precedente il giorno del referendum, non era solo per il quesito referendario, che saremmo dovuti tutti andare a votare. No. C’era un motivo molto più importante: il primo messaggio, dopo tanti anni, da recapitare alla politica, un messaggio di partecipazione collettiva. E’ il significato primo della Democrazia.
Al di là del discutibile atto, che in nessuna nazione realmente a regime democratico sarebbe dovuta accadere - un premier che scondiglia al popolo di andare a esercitare il diritto al voto - c'è un articolo specifico, all'interno del Testo Unico sulle Leggi elettorali.