C’è qualcosa che da decenni, non funziona come dovrebbe. E’ un modo di affrontare. Di pensare. Di riflettere. Di parlare. Una condizione prettamente mentale. Che non conduce a progressi. Sfronda le migliori idee. Riduce la partecipazione. E’ quel modo poliedrico di intervenire. Quel dire senza nulla fare. Quel proporre senza alcuna proposta valida. Quel polemizzare senza costrutto. Così, per dare in qualche messaggio alle folle.
A volte, risalire al bandolo della matassa di certi fatti, appare difficile. Lo diviene ancor più, se nel fatto coesistono interessi economici. E la difficoltà, cresce in maniera esponenziale, nel momento in cui questi interessi economici hanno commistione fra il pubblico ed il privato. La “Banca del mezzogiorno” è uno di questi fatti. Nella Finanziaria del 2006 il Ministro Tremonti, inserì la costituzione di questa Banca, che nell’immaginario del mondo economico nazionale, doveva – e dovrebbe ancora – rappresentare un punto di riferimento per il credito agevolato delle zone cosidette “sottoutilizzate”.
Leggendo e rileggendo fra le informazioni, recenti e meno, c’è una cifra che ricorre e si rincorre di Governo in Governo. Il numero è 8. Gli zeri, portano la cifra a miliardi. Otto miliardi quindi. Fu questa la cifra dichiarata alla fine del 2007 dal precedente Governo Prodi relativa ad un extragettito derivato da una azione mirata contro l’evasione fiscale. In un primo tempo, furono molte le dichiarazioni, sia da parte di Prodi che del vice premier Rutelli e del Ministro delle Finanze Padoa Schioppa, che confortarono per un po’ le speranze degli Italiani.