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Pedofilia e Chiesa: il caso Massaferro ed i misteri “Divini”

Pedofilia e Chiesa: il caso Massaferro ed i misteri “Divini”
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 13/01/2010

 

 

 

Luciano Massaferro. Un Uomo. Luciano Massaferro. Un Parroco. "Parroco" non è un titolo professionale. Nemmeno onorifico. Tanto meno aristocratico. "Parroco" nasce da un sentimento, inteso come il sentire forte la presenza del Signore nel proprio Dna. E nasce dall'assoluta convinzione che la propria esistenza debba essere totalmente dedicata a Dio ed agli uomini, suoi figli.

 

Luciano Massaferro è in carcere. Da due settimane. Vi è il dubbio che abbia inteso il sentimento di Amore per il prossimo con qualcosa d'altro. Vi è il dubbio – scottante – che abbia voluto toccare con mano l'esistenza di Dio, attraverso il corpo di una bambina. Carezze che trascendono l'alleanza fra esseri umani. Che interrompono un accordo tacito ma fermo. Una macchia, indelebile, con un nome che fa freddare il sangue: pedofilia.

 

Luciano Massaferro è stato seguito e monitorato dalla Polizia per un po' di tempo, come si legge in alcune agenzie. Questo fa già pensare. La Polizia lo ha controllato su segnalazione di qualcuno oppure si è resa conto da se, che qualcosa non andava in quella parrocchia di Alberga?

 

Sta di fatto che, ad un certo punto, sono scattate le manette. Dopo la confessione di "giochi proibiti" dell'undicenne. Dopo una perizia psicologica alla stessa undicenne, presso il Gaslini di Genova.

 

Indagini, confessione, perizia, arresto. In quest'ordine si sono verificati i fatti. "Normalmente" l'iter sarebbe stato: confessione, perizia, indagini, arresto. Ma questa volta no. Il prelato era da tempo controllato dalle Forze dell'Ordine. E' questo uno dei punti su cui riflettere.

 

Che poi il Vaticano ed il mondo politico stiano cercando di far rientrare la cosa e di far scarcerare il parroco, è un'altra storia.

 

La pedofilia si sa, alberga anche negli ambienti ecclesiastici. La cosa meno nota, è che solitamente se un parrocchiano denuncia al proprio parroco il dubbio che un prelato abbia avuto "attenzioni particolari" nei confronti di un minore, la "cosa" viene trattata internamente, dove per "internamente" ci si riferisce agli stessi ambienti ecclesiastici. "lavare i panni in casa" come si usa dire.

 

Così, non se ne sa più nulla. Magari sparisce il protagonista del dubbio dalla parrocchia. Ma non avremo mai alcun tipo di informazione sul suo destino.

 

Ma questo è uno di quei casi in cui le cose sono andate diversamente.

 

Dal Vaticano si chiede di non dimenticare la presunzione di innocenza. Ma se il parroco in questione è già in carcere, si vede che le indagini, le dichiarazioni, le confessioni, la perizia, hanno confermato che qualcosa di grave è accaduto.

 

Per il Vaticano forse, è già grave che una sua particola sia finita nelle maglie del Sistema comune. Senza poter usufruire di quella sorta di immunità data dal fatto di esser cittadino di una nazione nella nazione. Ed anche dal fatto di essere un intoccabile per "volontà divina".

 

Esistono due vie su questa terra: l'una è quella della società civile, l'altra quella della società degli eletti di Dio. Nell'una e nell'altra, esistono codici comportamentali ma anche una serie di privilegi a protezione della persona.

 

Lo Stato e la Chiesa: sono paralleli e trasversali. Si intrecciano e si respingono. Ma sono compatti – sempre – nel voler esprimere alla popolazione un criterio di massima affidabilità. Anche quando quest'ultima non esiste nella realtà.
 
Li ritroviamo quindi a braccetto, nel caso in cui qualcuno o qualcosa scoperchi il pentolone delle cose nere. Quelle che un Paese non deve conoscere: pena l'ammissione di non infallibilità.
 

Ecco il punto fondamentale per cui di pedofilia non si parla, o se ne parla poco e male.

 

Fa effetto sempre, leggere di un parroco o di un genitore che abusano di un minore. Ma sono pillole, frammenti, mezze chiacchiere. Durano il tempo della lettura di un giornale. Della visione di un telegiornale. Fa scalpore e si dimentica in fretta.

 

Non sappiamo che fine farà il parroco in questione. Sappiamo però che, nel momento in cui dovesse essere scarcerato, qualcosa di strano è accaduto. Perché la presunzione di innocenza in effetti avrebbe dovuto entrare in gioco se tutto fosse stato solo un atroce dubbio.

 

Non scattano le manette se non si è chiarito bene che ti sei macchiato di un atto delittuoso. Specialmente se si parla di un parroco.

 

E non si può dubitare del tutto delle confessioni di una bambina di undici anni per il solo fatto che vive in un contesto "disagiato", come è stato riferito.

 

Nel calderone del Bene e del Male, mescolato fra Spirito e Carne, umanità e religione, in fin dei conti si parla di Esseri Umani. Che sbagliano e possono macchiarsi di quel mistero chiamato Umanità.

 

Non sappiamo cosa capiterà al Parroco Massaferro, ma possiamo pensare che altre storie seguiranno a questa ed a quelle già lette sulle cronache.

 

Il Mistero in questi casi, non è Divino ma umano. E tocca nell'anima migliaia di minori che non avranno Giustizia. Nel dubbio, si confonde la realtà. Finché sarà così, non ci sarà speranza di poter definire in maniera sana un elemento della nostra Società che macchia chiunque ne venga a conoscenza. E rende invece immacolata l'anima di chi di una colpa indegna si è macchiato.

 

…Siamo nelle mani del Signore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 




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