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Teatro Olimpico: il viaggio musicale dell 'Orchestra di Piazza Vittorio con Luca Barbarossa

Teatro Olimpico: il viaggio musicale dell 'Orchestra di Piazza Vittorio con Luca Barbarossa
Autore: Nostro inviato Luca Nasetti
Data: 22/01/2014

 

Una canzone e una valigia. Serve poco per poter meravigliarsi del mondo. Delle sue genti e dei loro volti. Per continuare a stupire il cuore magari. Come se fosse la prima volta, quando “fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare”, era più un bisogno o un’esigenza che una più modaiola virtù. Basta guardare e cercare oltre l’orizzonte, là dove l’occhio non può andare, dove l’immaginazione sogna e l’anima desidera addormentarsi. Allora si imbarcano i remi, si aspetta che il vento gonfi le vele e che la nave prenda il largo verso lidi mai visti.

Meglio se cantati, suonati e persino ballati, così come li narra l’Orchestra di Piazza Vittorio: multietnico gruppo musicale che ieri (21 gennaio 2013, ndr) al Teatro Olimpico ha debuttato con “Il giro del mondo in 80 minuti”. Il senso del viaggio alla fine sta tutto lì: si possono percorrere milioni di chilometri nella vita senza mai scalfire minimamente i suoi segreti significati se non lo si fa con la fantasia e la musica.

L'Orchestra consta di diciotto musicisti che provengono da dieci paesi e parlano nove lingue diverse che, partendo dalla musica tradizionale di ogni paese, mischiandola e intingendola con rock, pop, reggae, e classica, danno origine ad una sonorità unica. Sulla banchina dell’Olimpico era già pronta la zattera, alle 21.15 l’equipaggio è salito a bordo e ha cominciato ad attendere i suoi viaggiatori. Una donna con un abito rosso canta una canzone per non abbandonarsi alla luna e al sonno, un ragazzo africano, timidamente, si unisce a lei, ma per non farsi scoprire suona e canta sottovoce. Biglietto gratuito per chiunque abbia voglia di intraprendere il viaggio intorno al mondo, unici requisiti un solo bagaglio a mano e tanta voglia di suonare.

Non ci sono leggi sulla barca, non ci sono discriminazioni sociali, anzi più è lontana casa tua più sarà interessante la storia che hai da raccontare. Emigrare, diceva la nonna di uno dei viaggiatori, può portarti gioia o non può portarti (a) nulla, ma ti condurrà forse alla pazzia. La cura o la prevenzione stanno nel discernere quale strada o mare seguire: la musica, per esempio, unisce persone e popoli, ma mai divide. È così che la pensano i membri dell’orchestra, tanto che vedono salire sulla loro barca un giovane cubano con una valigia alta due metri da cui escono musicisti; due arabi che cercano di corrompere il capitano per imbarcare più valige; un improbabile cantante di tango e uno scettico indio. Ma la magia sta in un piccolo bauletto grande come il palmo di una mano.

L’africano che lo porta con sé dice che aprire la valigetta permette a chiunque di parlare e cantare in qualsivoglia lingua della terra. Lui dedica una canzone all’amico indiano che gli ha fatto quel dono e la canta proprio nella lingua di quelle lande. Poi invita il cubano a provare, la magia investe il viaggiatore, ma al momento di cantare riesce solo a dire “pa pa pa”. La musica continua indisturbata, anche se mancano le parole. Il ritmo accelera e l’ironia del testo mette di buon umore tutti: dalla platea all’equipaggio della barca. Quando il pezzo termina, l’africano torna dal cubano e con il sorriso afferma: «Non funziona sempre, però».

C’è da ridere, ma solo per chi ha inteso il “trucco” della magia. Non importa neanche saper parlare, perché quando ti esprimi con la musica chiunque può capirti. Questo è viaggiare. Lo è per l’Orchestra di Piazza Vittorio che per l’occasione ha anche invitato sulla banchina un caro amico: Luca Barbarossa dedica una canzone alla sua amata a cui non è mai riuscito di dichiarare i propri sentimenti. Nella speranza che questa volta lei si accorga di lui, l’orchestra lo accompagna attraverso note d’amore cantate in un leggero ed apprezzabile romanesco. Alla fine l’amore non sboccerà, ma rimane il ricordo che diventa storia da raccontare. Lo spettacolo va avanti: la musica continua a suonare canzoni di tutto il mondo, nella consapevolezza che ognuna di esse però è una storia e che ogni storia è un mondo di suoni ed immagini da scoprire, condividere e narrare. C’è ancora posto a bordo. Manca poco all’inizio del viaggio e anche Simon è tentato di intraprenderlo. Anzi, diventa il suo primario obiettivo, perché è l’occasione che stava cercando. Simon è un uomo che lavora al Colosseo vestito da Gladiatorie e fa le foto con i turisti. Quando si accorge che mancano soltanto 80 minuti alla partenza della nave, fugge via senza nulla con sé tranne che il suo “abito da lavoro”. Ce la farà ad arrivare in tempo al porto prima che la barca prenda il largo? La destinazione è ignota, di certo c’è solo che il concerto di ieri sera rappresenta il viaggio nell’umanità che ognuno di noi dovrebbe fare senza pregiudizi, ma attraverso l’unico linguaggio universale possibile: la musica.

Maggiori informazioni e biglietti: "L'orchesta di Piazza Vittorio al Teatro Olimpico"

Tutti i giorni
Sabato
Domenica
ore 21
ore 17 e ore 21
ore 18
Riposo non previsto

 




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