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L'era dell'immagine digitale

L'era dell'immagine digitale
Autore: elisa
Data: 05/02/2008

Il movie designer:  l’eroe del futuro!?

 

Che la tecnologia si sviluppi a una velocità vertiginosa non è certo una novità. Più interessante è forse notare che di pari passo l’immagine in movimento invade ogni settore della nostra vita. Se una volta, e non troppo tempo fa, il video era confinato nel rigido riquadro dello schermo televisivo o cinematografico, ora può raggiungerci praticamente ovunque: in taxi, in metropolitana, mentre navighiamo in Internet (pensiamo a che rivoluzione è stata youTube) e persino sul nostro telefono cellulare. Anche il linguaggio si è evoluto per permetterci di descrivere questo mutamento, e così sono entrati a far parte del nostro vissuto termini come: web tv, street tv, corporate tv, videofonino etc.

 

In questo scenario sempre più complesso e frammentato è stato necessario il delinearsi di nuove figure professionali in grado di far fronte ai cambiamenti in atto. Una di queste è il movie designer, un professionista capace di orientarsi nel proliferare dei nuovi media e di realizzare prodotti audiovisivi che tengano conto di questa molteplicità.

A differenza del regista, come lo si è inteso fino ad ora, il movie designer si occupa di “progettare” la comunicazione (dal termine design che significa, appunto progetto) coniugando competenze mutuate da diverse discipline preesistenti.

Conosce, innanzitutto, i meccanismi della comunicazione di impresa: è in grado, cioè di tracciare una strategia di comunicazione adatta alle caratteristiche del brand che vuole raccontare. Una strategia fondata su un attento studio del mercato e del comportamento dei concorrenti, sull’identificazione del target da raggiungere, e sulla puntuale definizione del messaggio da trasmettere; una strategia che tenga conto, in sintesi, di tutte le variabili che intervengono nel marketing mix.

 

Tale strategia prevede, inoltre, una scelta competente dei media da utilizzare: non solo la televisione (o la carta stampata), ormai, ma anche il web, il mobile, le tv satellitari etc… Per ognuno di questi il movie designer è chiamato a studiare un artefatto comunicativo ad hoc. Il più delle volte, infatti, non ha senso semplicemente “spostare” uno spot dalla televisione al web o viceversa, perché ogni media ha le proprie peculiarità, richiede un diverso modo di fruizione e, soprattutto, offre un diverso grado di interazione con l’utente. Il movie designer conosce, quindi, la grammatica del linguaggio audiovisivo “tradizionale” ed è in grado di declinarla a seconda del canale di comunicazione da utilizzare.

 

Non gli mancano, per concludere, conoscenze tecniche e visuali derivate dal mondo della grafica. Un altro dei cambiamenti di questi ultimi anni è, infatti, la massiccia invasione della grafica in movimento nella televisione e nel video in generale. Basti pensare, per rendersene conto, ai canali televisivi “giovani” come Mtv, AllMusic e La7 che comunicano la propria identità quasi esclusivamente con la grafica (vedi i promo di rete).

 

Per riassumere, questa nuova figura professionale possiede conoscenze e competenze che derivano dal mondo del cinema, della comunicazione d’impresa, della grafica, dell’arte e della fotografia e che gli permettono di inserirsi in diversi settori del mondo della comunicazione: nel settore broadcasting, dove si occupa di pubblicità in senso stretto ma anche della comunicazione di rete e della creazione di layout e format televisivi; nel campo del web, dove si occupa della progettazione dell’architettura della comunicazione multimediale; e infine nella realizzazione di eventi, dove cura la  regia delle convention e progetta allestimenti e  scenografie multimediali e interattive.

 

In questo mondo in continua evoluzione è difficile immaginare quali saranno i futuri progressi tecnologici e i cambiamenti nel nostro stile di vita, e prevedere in che modo questi andranno ad influire sulla comunicazione audiovisiva, ma certamente la figura del movie designer assumerà nei prossimi anni una posizione di sempre maggior rilievo.




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