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Trascendere dai pregiudizi per accettare il “diverso”

Trascendere dai pregiudizi per accettare il “diverso”
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 26/10/2008

In Italia attualmente, si contano circa 3 milioni di persone con disabilità di vario ordine (sensoriale, motorio, psichico). Un grande esercito di individui, che sono sempre più spesso fonte di accesi dibattiti da parte della Comunità e delle Istituzioni. Disabile uguale diverso. Disabile uguale debole. Disabile - sempre più spesso - emarginato.

 

La netta tendenza ad emarginare individui del tutto simili ma resi diversi da una qualsivoglia menomazione, ha radici antiche. Nasce dal timore intimo di non accettazione di qualsiasi cosa non sia "omologata" alla massa imperante. Così, ecco che una persona disabile alla nascita, viene vissuta come un granello dell'ingranaggio umano. Da nascondere. Emarginare. Mettere da parte. Incredibilmente, la stessa sorte avviene per chi disabile diviene ad un tratto della propria esistenza. Prendiamo l'esempio di una persona non disabile che lo divenga dopo un terribile incidente: la stessa persona, prima accettata dalla massa e con cui condividere un'esistenza fatta a misura di "normodotati", viene quasi sempre immediatamente posta fra le persone da fuggire e da considerare come un peso per la società.

 

Intorno alla disabilità quindi, ruota un mondo fatto di pregiudizi di ogni sorta, che sconfinano spesso in una forma aberrante di non accettazione dei propri simili se posti in una condizione di diversità che appare incomprensibilmente da rifiutare in quanto dissimile. Tra le forme di razzismo questa appare la più aberrante. Peraltro, le stesse Istituzioni, non lavorano certo per rendere questo stato di cose normalmente accettabile. Con il bollo di disabile, si getta l'Esistenza umana nella fossa dei serpenti, utilizzando semmai per scopi impropri, la condizione di disabilità nel momento in cui essa serva da vessillo per qualche campagna demagogica del momento. Mai che si cerchi di individuare i punti di unione. Mai che si provi a razionalizzare un timore inconscio prendendo spunto da riflessioni più vicine alla realtà che alle proprie convinzioni.

 

Eppure, se si provasse per una volta almeno, ad affrontare la disabilità con occhi e mente meno rigide, ci troveremmo di fronte ad una serie infinita di sorprese, le stesse che incredibilmente, sono fonte del timore per il "diverso". Proviamo ad immaginare un giornata tipo di un disabile fisico, che viva la sua esistenza su una sedia a rotelle: forse non arriveremo mai, con la nostra mente di "persone abili" ad immaginare quante difficoltà più o meno importanti questa persona affronti. E lo fa dribblando fra difficoltà di ogni tipo, neanche fosse un militare di una sezione speciale d'assalto. Abbatte muri, barriere, costrizioni. Procede senza arrancare. Vive il pregiudizio in una forma costante che ucciderebbe la personalità di qualsiasi essere umano ritenuto "abile ad affrontare la vita". Va avanti. Con la costanza di chi recrimina un diritto alla Vita, che molte persone dimenticano prima di iniziare davvero a vivere. Possiamo quindi considerare "Disabile" e di conseguenza "non capace" un Essere Umano che presenti peculiarità e capacità maggiormente espanse rispetto alla norma? No di sicuro, se affrontiamo la questione sotto questo particolare punto di vista.
 
E la stessa riflessione, è applicabile a qualsivoglia tipologia di disabilità, sia fisica che sensoriale. Disabile può voler dire, contrariamente ai pregiudizi imperanti - "maggiormente abile ad affrontare la vita". Con buona pace di tutti coloro che continueranno ad affannarsi intorno ad un concetto privo di significato quale può essere il "pregiudizio", parola che è la sintesi di un pensiero di massa e che diviene quindi tristemente dominante, verso l'oggetto stesso del pensiero negativo.

 

Uscire da queste spire fumiginose si può, a patto che si vogliano solcare le strade impervie dell'accettazione, in primis di se stessi. Perchè è riconoscendo ed accettando il proprio essere che si può condurre un percorso nell'accettazione totale e senza vincoli del nostro prossimo.
 

E per decretare un giorno, la distruzione di ogni barriera all'Essere Umano. Un'utopia che può divenire realtà, se trattata e sviluppata nei giusti termini e divulgata nel modo migliore al fine di arrivare alle menti ed ai cuori di tutti gli esseri umani.




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