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Crisi internazionale: riflessioni.

Crisi internazionale: riflessioni.
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 08/01/2009

Volendo continuare ad analizzare la crisi internazionale che stiamo vivendo, sarà necessario ancora una volta, fare un passo indietro. Ma non troppo lontano. Ad un certo punto, gli Stati Uniti ebbero come Presidente Ronald Reagan.
 
Era un attore mediocre, ma riuscì a farsi votare in una nazione ove tutto è possibile. Fu di Reagan l'idea della "deregulation".
 
Nessuno ne parla più, ma all'epoca, molti sperarono che scherzasse.

Non fu così, la deregulation venne messa in atto, consentendo alle banche ed alle assicurazioni di spostare capitali da un paese all'altro senza alcun tipo di controllo ne vincolo. All'inizio tutto questo non sembrò avere effetti sull'economia mondiale.

E si andò avanti senza troppo pensarci. ma arrivò un brutto giorno, all'inizio del 2003, quando la crisi dei mutui Subprime fece fare un sussulto a mezzo mondo.
 
All'epoca alla presidenza degli Stati uniti, era ben saldo Bush che aveva idee
grandiose per i cittadini americani. Idee e promesse però non facilmente attuabili, come ad esempio il sogno di poter rendere ogni americano, proprietario della propria casa. Furono prestati soldi a destra e a manca, senza andare troppo per il sottile, per materializzare un sogno americano che sarebbe divenuto l'incubo peggiore per tutti. In effetti, i prestiti concessi con tale facilità, non rientrarono ed inoltre la Federal Reserve - la banca centrale americana - "grazie" al basso costo di denaro, creò un eccesso di liquidità. Da qui a creare il circolo vizioso del debito ci volle davvero poco.
Ma è nell'Estate del 2007 che, col fallimento di alcuni colossi bancari - si ricordi il caso della Lehman Brothers - che i nodi sono venuti al pettine. A nulla sono serviti gli appelli dei maggiori economisti internazionali che da tempo avvisavano su una prevedibile crisi economica di proporzioni considerevoli.

Nessuno degli organismi di controllo all'inizio di questa ormai tristemente famosa crisi economica, pensò di operare accertamenti, portando una crisi che poteva essere prevista ed arginata, a livelli da serio dissesto economico.

La domanda è: perchè la crisi statunitense si è propagata anche in Europa? Perchè i maggiori istituti di credito hanno ormai interrelazioni importanti con le banche statunitensi. Crollano gli Stati uniti, crolla l'Europa.

Di chi è la colpa di questa crisi? un pò di tutti, cittadini compresi. le banche hanno largheggiato col concedere denaro, per ritrovarsi poi con buchi sempre più larghi e mai arginati. I cittadini, da parte loro, per sete di facile guadagno, hanno investito i propri risparmi in un mercato finanziario spesso troppo rischioso rispetto la scarsa conoscenza del singolo in materia economica.

Ecco, l'integrazione di questi due elementi è in definitiva, alla base della crisi attuale.

L'attualità, mostra un parterre di ex investitori ora alla fame. Denaro chiama denaro. Purtoppo questa regola è dura a morire, nelle menti affamate di denaro di molti risparmiatori. Accontentarsi di un medio rendimento ma sicuro, appare un fallimento anzichè una sicurezza.
Ora si piange, ma non si riflette abbastanza sui propri errori. e la colpa la si dà sempre a qualcun'altro...

Oltretutto in Italia, oltre alla crisi economica generata da speculazioni fallimentari, stiamo vivendo già da tempo, una crisi data dall'abbassarsi del potere di acquisto dei salari. Con l'aumentare della vendita di servizi, a scapito della produzione di beni materiali, l'Italia ancora poco propensa ad un mercato intangibile, sta risentendo grandemente dellìevoluzione stessa del mercato.

Le soluzioni? Possono esserci, ed anche nel medio termine. Ma occorrerebbe cambiare pensiero su determinati fattori. Un esempio per tutti? Smettere di correre alla ricerca spasmodica della crescita economica. Cambiare i parametri di riferimento, regolamentare il flusso fra importazioni ed esportazioni.
Il sistema di potere, non ha più alcuna relazione concreta con la massa, che a sua volta si trova solo e sempre ad essere vittima di azioni più o meno spregiudicate.

La chiara informazione ai cittadini, potrebbe essere un primo importante elemento da mettere in atto nel processo di rivalutazione della nazione. Ma a quanto pare, si è ancora sordi a proposte di questo genere.

Che fare dunque? Senza dover divenire esperti in materia, cercare di comprendere, leggere fra le righe, chiedere chiarimenti su tutto. Non lasciarsi andare a proposte di qualsiasi tipo, solo perchè pensiamo che tal professionista ne sa più di noi. ricordare sempre, che l'imperativo, per tutti, è garantirsi il maggior guadagno.

A scapito di qualsiasi altra cosa. Forse, proprio questo periodo, che tutti stiamo vivendo come altamente critico, potrebbe essere un'ottimo momento per tornare a pensare in maniera propositiva e non più passiva. Un enorme passo avanti, verso una crescita globale pensata insieme alle istituzioni e non più un subire passivamente decisioni ed elementi del nostro quotidiano, che sempre più spesso, non siamo in grado di comprendere.

Un ottimo momento quindi, per tentare di divenire attori della nostra esistenza.

...provare per credere.



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