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Italia in rivolta, da Nord a Sud

Italia in rivolta, da Nord a Sud
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 25/05/2011

 

Da circa due mesi, l'attenzione internazionale è catalizzata sugli scontri divenuti guerra del Medio e Vicino Oriente. Le bolle sono esplose. All'improvviso. L'effetto domino ha coinvolto via via diversi Paesi ed al grido di Libertà e Democrazia, si combatte per sovvertire ordini dittatoriali ormai inaccettabili persino dove il rigore è parte del DNA dei cittadini.

L'Italia in alcuni casi partecipa attivamente – vedi Libia – in altri temporeggia ed in altri ancora, si assume comunque una qualche presa in carico delle criticità che tutto questo subbuglio vicino alle nostre coste determina, esempio ne sono i tanti sbarchi di richiedenti asilo politico a Lampedusa e non solo.

Sembra una situazione che ci riguardi solo dall'esterno. Noi, Paese civile e democratico che vive nella tranquillità seppur turbata dalla ormai annosa crisi economica. Eppure, non è così.

A ben guardare ed a ben ricordare, in Italia ci sono tumulti un pò ovunque e per vari motivi. Scontri che rasentano la gueriglia urbana. Manifestazioni eclatanti. Ogni tanto ci scappa pure il ferito. Qualche denuncia. Nulla di fatto in definitiva, almeno per ciò che riguarda la soluzione ai problemi che generano le agitazioni,  perchè è ormai chiaro a tutti che la ribellione al Sistema nel nostro Paese è stata alienata ai cittadini da tempo, ed a nulla servono manifestazioni e sommosse, dal momento che esse non generano alcun tipo di risposta o di soluzione da parte delle Istituzioni.

I Media voltano le telecamere dall'altra parte ed i Tg preferiscono dare spazio alle solite notizie infilando ogni tanto un qualche scoop per attizzare l'attenzione dei telespettatori.

Eppure, da tempo la popolazione da Nord a Sud, ribolle di rabbia. Anima le piazze. Colpisce direttamente i palazzi du "potere". Chiede a gran voce dignità e giustizia, senza essere ascoltata.

C'è l'annosa storia di Napoli e delle immondizie. Siamo tutti testimoni di una situazione che palesemente non può essere risolta, dal momento che il traffico delle immondizie è entrato a far parte stabilmente dei vari traffici della camorra che ne ricavano milioni e milioni di euro. Napoli ed altre città vivono la guerriglia urbana ormai come dato di fatto. Pochi Media lo mettono quotidianamente in risalto. Così, è come se la guerriglia urbana non esistesse.

C'è l'acceso scontro già da parecchio tempo, contro la creazione della Tav. Manifestazioni che sono state riportate dai media solo all'inizio, ma esistono ancora e lo scontento diviene ogni giorno più palpabile.

Ci sono i pastori Sardi in subbuglio, le loro manifestazioni di rabbia, gli scontri in strada. Silenzio assoluto.

Ci sono state le manifestazioni e gli scontri contro la riforma dell'Università. Come risposta, il Governo si è affrettato ad approvare la riforma stessa e delle manifestazioni e degli scontri nelle piazze, si perde ormai memoria.

E' delle ultime ore, lo scontro acceso a Genova, contro la chiusura della Fincantieri: il bilancio di ieri, sono due feriti.

Ed ogni giorno, gruppi di precari, disoccupati e cassaintegrati, vomitano la loro rabbia sotto qualche palazzo istituzionale o arrampicandosi su qualche tetto.

Altri motivi, a macchia di leopardo, infuocano le città del nostro territorio. Ma pur di confermare che la nostra nazione non ha poi così tanti problemi, ecco che la propaganda fa scattare il silenzio stampa:  che non si dica mai e poi mai che da noi è come in Libia o negli altri Paesi adiacenti, che li si hanno problemi grossi.

Eppure, mettendo insieme tutti questi esempi, ne ricaviamo una nazione in rivolta. Una popolazione stanca di non ricevere nulla da uno Stato che ha stretto la mano ad un mondo politico che pensa solo a se stesso.
Se per incanto, potessimo vedere in un solo telegiornale ciò che anima le strade di tante città italiane, ci renderemmo conto che non siamo in una situazione dissimile da quelle che oggi guardiamo e ci fanno pensare ad uno stato di guerriglia perenne che in alcuni casi sfocia in guerra.

Certo, da noi non si fa uso di armi: ma attenzione, perchè alla lunga ciò che oggi viene vissuto come la manifestazione più o meno moderata di uno scontento generale, può divenire qualcosa di più e di più terribile di ciò che andiamo assumendo mano a mano. La sfrontata disattenzione nei confronti di chi protesta, può infiammare gli animi fino al punto di non ritorno.

Ed allora si, che sarebbero guai per tutti ed andremmo ad ingrossare le fila delle nazioni da liberare da un qualche Sistema che premia il regime e vessa le Masse. Non sia mai.




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