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Crisi: diamoci un taglio! Politici e ricchi i soli a non subirla.

Crisi: diamoci un taglio! Politici e ricchi i soli a non subirla.
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 02/12/2011

 
 

Vorrei fare un semplice ragionamento: se la crisi economica fosse  esattamente così come ce la presentano e propongono, siamo portati a pensare che le casse dello Stato Italiano sono vuote. Pensiamo di conseguenza, che non essendoci denaro nel forziere nazionale, l'unica strada percorribile sia quella delle Manovre più o meno eque, più o meno grondanti di sangue, più o meno vessatorie. E dei tagli, sempre più pesanti, alla spesa pubblica, che tradotto in italiano semplificato, significa solo: meno servizi e tutela per tutti i cittadini che non siedano in una qualche poltrona istituzionale.

 

Peccato che – infatti – quando si parla di crisi e sacrifici, chi amministra la Nazione si riferisca solo ed esclusivamente alla popolazione cosidetta "normale". Perchè "loro" gli "anormali" o meglio gli "anomali" la crisi non la sentono affatto, se non per ciò che concerne strategie economico politiche che poco hanno a che fare con i veri interessi della gente e di conseguenza della nazione. Almeno per come la nazione viene percepita e vissuta dai suoi abitanti,

 

"Loro" – gli anomali – non solo non sentono su di loro la crisi economica, ma oltretutto beneficiano costantemente dei soliti appannaggi che ormai hanno riempito le cronache nazionali delle maggiori testate internazionali. Se è vero come è vero, che l'Italia ha al suo attivo deprecabili primati – come ad esempio uno dei più alti debiti pubblici al mondo – c'è sicuramente da aggiungerne un altro: quello che descrive una situazione aberrante in un periodo di crisi economica che spaventa solo le fasce medio basse della nazione.

 

In pratica, coloro che gridano alla crisi economica nazionale e mondiale, parallelamente continuano a beneficiare di centinaia di milioni al mese di lauti stipendi e di tutto ciò che lo status di Politico concede. Lo scrissi nel 2010 in questo articolo e nulla è cambiato.

 

Ritengo inutile rielencare pedissequamente le agevolazioni di cui questo gruppetto di circa mille persone si avvantaggia ai danni della popolazione nazionale. Sono dati risaputi ormai quasi da tutti.

 

La cosa assurda, aberrante, inaccettabile, anti Democratica ed anti Liberale, è che la solfa rimane la stessa di sempre: "loro" si beccano soldi che a noi dicono non esserci.

 

C'è da chiedersi quindi: ma se siamo così in crisi, se non ci sono soldi nelle casse dello Stato, se bisogna tormentare la nazione con nuove e pesanti manovre, da dove diavolo li prendete i soldi che vi vengono erogati con puntualità maniacale ogni santo fine mese?

Risposta: con i soldi pubblici. E da dove arrivano qusti soldi? Dalle nostre tasche, attraverso la miriade di tributi che versiamo direttamente o indirettamente nelle casse dello Stato.

 

L'equazione quindi è: contribuente sta a stipendio di politici come politici stanno a fregare i cittadini sempre e comunque.

 

Non vi è all'orizzonte nulla di certo per ciò che riguarda una ripensata equità nazionale per ciò che riguarda l'ormai stantio concetto di pareggio di bilancio.

 

Ciò che è certo, che nessuno – o quasi – sarà pronto a proporre per primo e con grande seguito da parte del proprio entourage soluzioni che mettano tutti, ma proprio tutti nella medesima condizione derivante dalla crisi.

 

La conseguenza, inaccettabile, è che verranno prese misure che in ogni caso peseranno sulla quotidianità dei cittadini che vengono così vessati e stressati sempre più anche dalla componente data dal divario sempre più grande che si è creato fra mondo "comune" ed "elite politca".

 

Insomma: fra i mille e più tagli che uno Stato sbilenco come quello Italiano impone solo ai suoi importantissimi cittadini – che sono i comuni cittadini – diamoci un taglio alle esasperanti condizioni di disuguaglianza socio economica che vige ormai nel nostro Paese.

 

Colui o coloro che sono chiamati a rimettere in sesto la nazione diano per primi il segnale: RINUNCINO ai privilegi e creino un fondo economico dedicato solo al sostentamento delle priorità della Società civile. E' il solo modo per dimostrare una reale volontà di equità e saggezza. Che non potrà che portare molti frutti. Uno fra tutti: la voglia di ricostruire tutti insieme il Paese. Contribuendo ognuno come può. E mai più dall'alto di qualche piedistallo ormai incrostato di incoerenza ed iniquità.

 

 




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Data:10/08/2013
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