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Condanna di Berlusconi ad un anno

Condanna di Berlusconi ad un anno
Autore: Davide
Data: 08/03/2013

Silvio Berlusconi è stato condannato dal Tribunale di Milano ad un anno di reclusione.

Piero Longo: "Credo che sia la prima volta che si condanna per la violazione del segreto istruttorio. Non sono sorpreso, perche' siamo a Milano. Mi piacerebbe difendere imputati con altri nomi e non a Milano"

Al centro dell'inchiesta la diffusione della telefonata tra Piero Fassino e Giovanni Consorte all'epoca della mancata scalata di Unipol alla Bnl. Un'intercettazione (la famosa frase 'Abbiamo una banca') pubblicata da 'Il Giornale", di cui Paolo Berlusconi è editore, il 31 dicembre 2005

"Sono però dispiaciuto e costernato perché sono convinto che gli elementi a carico di Berlusconi fossero insufficienti e contradditori, se non del tutto mancanti. Mi chiedo con altri imputati a Milano che sarebbe successo [...]. Credo sia la prima volta che si condanna per segreto istruttorio", ha aggiunto.

"Accanimento incredibile" contro Berlusocni, ha detto Fitto del Pdl. "Al tribunale di Milano si è giunti al ridicolo. Se pensano di mettere Berlusconi fuori gioco con questo uso politico della giustizia si fanno delle illusioni", ha aggiunto il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

“Siamo molto sorpresi” ha commentato l’avvocato Piero Longo, uno dei difensori di Berlusconi. “Credo che sia la prima volta – aggiunge – che si condanna per la violazione del segreto istruttorio”.

I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano hanno disposto un risarcimento a carico dei fratelli Berlusconi di 80mila euro a favore di Fassino, parte civile nel processo. Il risarcimento è stato disposto a titolo di provvisionale. “Una sentenza che ristabilisce verità e giustizia e conferma come intorno a una espressione ironica sia stata costruita consapevolmente, per anni, una campagna di denigrazione e delegittimazione politica” dice il sindaco di Torino.

La vicenda risale al 2005 e nell’intercettazione in questione Fassino, ora sindaco di Torino e allora segretario dei Democratici di sinistra, chiedeva a Giovanni Consorte, amministratore delegato di Unipol: E allora siamo padroni di una banca?.

Le motivazioni saranno rese note tra novanta giorni, tuttavia si puo' immaginare che il collegio, presieduto da Oscar Magi, abbia ritenuta attendibile la testimonianza dell'imprenditore Fabrizio Favata su quanto accadde ad Arcore la sera della vigilia di Natale del 2005. Secondo la sua versione, accolta dal pm Maurizio Romanelli, il Cavaliere avrebbe ascoltato il nastro presenti lo stesso Favata, Paolo Berlusconi e Roberto Raffaelli, titolare della societa' Rcs che eseguiva per la procura milanese le intercettazioni telefoniche. Sarebbero stati i due imprenditori a portare in dono a Berlusconi la telefonata destinata con la pubblicazione a irrompere nel dibattito politico. "Grazie, la mia famiglia vi sara' grata in eterno", la frase pronunciata dall'ex premier.




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Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
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