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Senza Diritti non esiste Democrazia

Senza Diritti non esiste Democrazia
Autore: Il DIrettore: Emilia Urso Anfuso
Data: 20/07/2014

Ritengo inutile blaterare di Democrazia in una nazione, la nostra, in cui i Diritti civili sono cosa mai garantita. Oggi come ieri, non si fa altro che argomentare su un criterio solo paventato, promesso, urlato a suon di slogan, contraffatto, esasperato ma mai messo in atto: la Democrazia.

In un Regime davvero Democratico, la base fondamentale è la messa in atto di quelle strategie, proposte governative e progetti istituzionali che servono a garantire la salvaguardia dei Diritti della popolazione.

Nulla di ciò è mai avvenuto nel nostro Paese. Nel ‘900 le esasperanti condizioni civili che hanno portato alla rivoluzione civile degli anni ’70 ne sono una riprova. I rivoluzionari chiedevano allora le stesse cose che oggi giovani e adulti ambiscono: lavoro, diritti, futuro.

Cos’è cambiato da allora ad oggi? Solamente le dinamiche attraverso le quali vengono diffuse le notizie e il livello di scontento popolare. Internet fa si che la rabbia passi di persona in persona in maniera diretta rispetto a quanto accadeva nel secolo scorso. Punto. Nessun’altra differenza.

I temi dibattuti rimangono gli stessi: diritto al lavoro, alla casa, a tasse e imposte che non divengano la priorità familiare e che non fungano da vessazione eterna.

Oggi come ieri, si teme il domani perché nulla lo garantisce. Non avere prospettive è la cosa più anti democratica che si possa imporre. Non permettere agli individui di potersi mantenere grazie al lavoro e con anche una prospettiva di risparmio che conforti per i momenti difficili che la vita presenta, è la netta conferma.

Inutile che si continui a parlare di “crisi economica” quando la realtà dei fatti quotidianamente parla di crisi realizzata ai soli danni della cosiddetta Classe media nazionale.

Fiumi di denaro sono passati e passano tutt’ora nelle mani di chi ha invaso lo Stato: i Partiti politici. Quelle organizzazioni che originariamente dovevano essere il tramite fra l’elettorato e lo Stato affinché le istanze dei cittadini venissero prese in considerazione e risolte. Partiti politici che proprio negli anni ’70 si sono convertiti in qualcos’altro: non più promotori delle necessità dell’elettore bensì parte integrante della macchina statale e di conseguenza, elemento vessatorio contro la popolazione, l’elettore. Da qui parte, anche, lo sfascio nazionale che stiamo vivendo. La scusa della “crisi economica” che – guarda caso – aggredisce solo la massa e mai i ricchi, i politici e i gruppi bancari, non regge. Non può e non deve reggere.

Alienando costantemente Diritti alla popolazione si aliena qualsiasi possibile regime democratico.

Guardate come si è utilizzato il mostro Equitalia per abituare il popolo all’infame metodo dell’espropriazione di immobili. Mai si era vista una cosa del genere. Migliaia di persone si sono viste sottrarre il bene fondamentale, la casa – a volte i capannoni dell’azienda – persino quando nulla dovevano al Fisco. Nessuno ha fatto nulla per fermare questo scempio. Ed è solo uno dei tanti esempi.

Rovinare le famiglie con l’imposizione fiscale più alta d’Europa vi sembra da regime democratico? E come può il popolo onorare i propri “impegni” economici col Fisco se poi non si realizzano soluzioni per garantire lavoro e anche ben pagato?

Nulla di ciò che i nostri padri fondatori hanno pensato nel momento in cui lavorarono alla realizzazione della nostra Costituzione viene messo in atto. Chi dovrebbe curarsene? I Partiti politici. Che essendo divenuti parte integrante dello Stato, legiferano contro le Leggi dello Stato ai danni dei cittadini.

E’ una situazione paradossale. Che non può trovare soluzione fino a quando i cittadini italiani non decideranno di fermarsi tutti insieme per recuperare spazi di trattativa con lo Stato e con quei partiti politici che si ostinano a “votare” e che invece si votano da soli: abbiamo la non Legge elettorale per eccellenza. Me la chiamate Democrazia questa?

Non so cosa attenda ancora la popolazione italiana prima di rendersi conto che un regime dittatoriale contrabbandato a parole per democratico è la peggiore vessazione che si possa subire. Siamo messi peggio, molto peggio degli anni infuocati in cui le pistole e le molotov erano la consuetudine nel nostro paese. All’epoca si “toccava con mano” la guerriglia e si conoscevano le motivazioni della lotta

Oggi, ci si lascia blandire dalle parole e non ci si rende conto fino in fondo che siamo arrivati a una situazione aberrante in cui in pochi ci si rende conto davvero del livello di abbattimento dei diritti civili.

Per rendersi conto di quanto dico, è sufficiente fare un giro sui Social Network: rabbia, ingiurie, vignette satiriche contro questo o quel politico. E’ questo ciò che ci è consentito fare in una situazione vergognosa come quella in cui ci troviamo ormai da anni? Vomitare rabbia dentro un mondo virtuale. Per risvegliarsi il mattino dopo con una rabbia reale, triplicata.

Senza Diritti non esisterà mai democrazia. Non potendo più contare da anni sui partiti politici dovremmo contare su noi stessi. Ma non vedo segnali in tal senso…

 




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Data:10/08/2013
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