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Emergenza dipendenze: c'è un vuoto politico

Emergenza dipendenze: c'è un vuoto politico
Autore: Redazione Politica
Data: 06/06/2018

Luciano Squillaci, presidente FICT, a margine dell’incontro con i rappresentanti degli oltre 600 servizi per le dipendenze gestite dai Centri FICT a Bologna, ha affermato: “Il sistema dei servizi sulle dipendenze sta brancolando in  un pericoloso vuoto legislativo e politico, mentre le droghe vecchie e nuove dilagano. Nelle dipendenze gli interlocutori politici ormai mancano in modo strutturale da oltre 7 anni. Qui non rischiamo più di perdere la partita contro le dipendenze: oggi rischiamo di non scendere proprio in campo! Un rischio che in parte è già realtà."

Squillaci menziona poi alcuni dati, “gli unici “ufficiali” che abbiamo - afferma – sono quelli delle ultime relazioni al Parlamento ed oggi li mettiamo a confronto con i dati dell’Osservatorio FICT: c’è una discrasia tra i dati del consumo e le risposte effettive che il sistema dei servizi pubblici e privato sociale riescono a dare. Secondo i dati del 2015, sappiamo che circa 460 mila persone in Italia hanno bisogno di trattamento terapeutico per una dipendenza, ma solo 140 mila vengono effettivamente trattati dai servizi e di questi120 mila usano eroina come sostanza primaria. Parliamo di servizi in generale, perché poi in particolare agli enti del privato sociale, almeno per le vie “ufficiali”, arriva solo il 10% dell’utenza.

La FICT, come del resto molte altre realtà del privato sociale, lavora da oltre 10 anni con servizi specifici che mirano a rispondere ai bisogni legati a dipendenze alle quali un sistema ingessato, rimasto alla normativa degli anni 90, non riesce a raggiungere. E così nel 2017, dai dati dell’Osservatorio FICT, nei nostri servizi territoriali i Centri della Federazione hanno raggiunto oltre 56.547 mila persone con problemi di dipendenza da nuove sostanze di abuso, da farmaci, fino alle dipendenze cosiddette comportamentali, senza sostanza, prima su tutte il gioco d’azzardo."
"Purtroppo però sono servizi che nessuno riconosce, perché la macchina legislativa, nel frattempo, non si è aggiornata al repentino mutamento delle dipendenze”. “Il sistema ufficiale, oggi, spiega Squillaci, riesce a rispondere solo alle dipendenze “classiche”, accogliendo una parte minoritaria del fenomeno.”
 
Non solo, problemi di budget rendono anche difficoltoso il diritto alla cura: i dati del 2016 infatti ci mostrano come su 143 mila tossicodipendenti in carico presso i Servizi pubblici solo15.563 hanno la possibilità di accedere alle comunità terapeutiche, ovvero circa l’11%.
Dati che coincidono con le rilevazioni della FICT che ha contato nel 2017 circa 4.900 utenti presi in carico dai propri Centri attraverso i Servizi pubblici, circa il 30% di tutti gli utentiinviati nelle comunità. Numeri senza dubbio alti, rispetto al totale (un terzo delle prese in carico private), ma che rappresentano niente di fronte agli oltre 50mila contatti presi in carico su dipendenze altre.

Nell'incontro con i rappresentanti degli oltre 600 servizi per le dipendenze gestite dai Centri FICT a Bologna il presidente FICT, avv. Luciano Squillaci, afferma: “Nelle dipendenze e nell'educazione come intervento preventivo, noi stiamo offrendo un panorama destrutturato, senza orizzonti e senza approdi, camminando nel limbo. Per questo dai Centri FICT, e dagli oltre 5mila operatori che vi si spendono ogni giorno, parte un forte appello al nuovo Governo perché ponga immediatamente mano, a cominciare dal conferire una delega politica specifica sulle dipendenze e dal rafforzamento del Dipartimento Politiche Antidroga, ormai svuotato di personale e di significato”.
 
Il dott. Antonio Mosti, direttore del  Sert di Piacenza, ci invita a riflettere sulle nuove emergenze: “il terzo millennio ci mette di fronte a nuovi bisogni: il disturbo da gioco d’azzardo, gli utenti stranieri in trattamento in costante crescita, (dal 2010 al 2016, il numero di utenza straniera è praticamente raddoppiato); la cosiddetta “nomofobia” (dipendenza da cellulare): sono più di 7 su 10 gli italiani ossessionati dallo smartphone che potrebbero ricevere una diagnosi di ‘sindrome da hand-phone’. (Un indagine svolta tramite metodo WOA (web opinion analysis) ha svelato che il 72% degli italiani vive praticamente con lo smartphone in mano). Poi abbiamo la nuova generazione di consumatori, gli psiconauti, altamente informati ed esperti nel campo delle nuove sostanze psicoattive (NPS), in grado di dare informazioni dettagliate su caratteristiche farmacologiche, chimiche e cliniche delle NSP.
 
“Il sistema italiano di intervento” ha aggiunto Biagio Sciortino, neo presidente del coordinamento nazionale dei servizi - INTERCEAR, presente anch’egli all’Assemblea FICT “conta circa 15 mila operatori tra servizio pubblico e privato autorizzato, purtroppo, però non solo abbiamo una normativa ferma al ‘90 che depotenzia l’intervento dei servizi, ma abbiamo anche disomogeneità regionali e territoriali così eclatanti da mettere in dubbio  il rispetto dei diritti degli utenti tra regioni diverse, tra ASP dove non sono garantite neanche le stesse prestazioni minime, a causa di una intesa Stato Regioni (1999) mai applicata in modo omogeneo. “
 
“Una normativa anacronistica - conclude Squillaci- che non risponde alle esigenze e ai bisogni di una società è da considerarsi pericolosa per la sopravvivenza degli stessi servizi di cura, per le persone che ne hanno bisogno e per il futuro dei nostri giovani. La penuria di progettualità politica, di investimenti sulla prevenzione, sulla cura sta rischiando di farci diventare inefficaci nel sistema educativo dei giovani”




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