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La religione più diffusa e potente al mondo? Quella del Dio Denaro

La religione più diffusa e potente al mondo? Quella del Dio Denaro
Autore: Editoriale del Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 08/08/2018

La religione col maggior numero di seguaci al mondo? E’ quella con a capo il Dio denaro. L’umanità, nella sua quasi interezza, pensa di essere più o meno aderente a questa o quella religione, per il solo fatto di recarsi in Chiesa alla domenica – per i cristiano cattolici – o di ritrovarsi nei vari templi, a secondo del nome che si è deciso dare al Dio unico e creatore.

Eppure, non sono i riti religiosi a determinare l’ortodossia religiosa,  l'umanità è votata – fin dai tempi della creazione del concetto di “capitale” (che deriva dai capi di bestiame che si possedevano e scambiavano al pari di una moneta)  – alla prostituzione dell’anima e del corpo, in tutte le sue varianti possibili, impossibili e pure incredibili.

E se questo discorso appare incredibile e pazzesco, basta semplicemente guardare la realtà, ammesso che in questo mondo-Matrix in cui stiamo vivendo, restino ancora abbastanza persone in grado di vederla.

Riflettiamo: su cosa si basa ogni criterio umano? Non certo sui sentimenti di buona fattura, e non certo sulla carità e sull’altruismo. Questa è roba da romanzetti rosa di inizio secolo scorso, visto che oggi tira di più la trilogia delle cinquanta sfumature di minchionate, piuttosto che un buon libro inchiesta su verità che possono cambiare la prospettiva e alimentare la capacità critica, o qualche buon saggio che esalti e sviluppi la cultura individuale.

Voglio fare un esempio pratico: se arrivassero sul nostro territorio, ogni giorno, 1.000 islamici – sempre via mare e sui barconi – ma molto ricchi e disposti a investire in Italia, li cacceremmo fuori a calci in culo? No.

Potreste dire: “Che ci azzecca? Quelli poveri e disperati, ci rubano risorse e lavoro”! La castroneria del secolo servita su un piatto di gomma dalla propaganda di Stato nazionale.

Seppure sia risaputo che queste migliaia di disperati non tolgono il lavoro proprio a nessuno, visto che peraltro la Bossi-Fini non permette a costoro di lavorare, a meno che le istituzioni non si prendano la briga di fare ciò che è scritto nelle inutili, quanto disattese leggi sull’accoglienza, come ad esempio interessarsi delle eventuali richieste di riconoscimento di profugo o di rifugiato (più vantaggioso tenerli in eterna sospensione nella valle del nulla e del nessuno, da utilizzare alla bisogna, come moneta sonante e a secondo della convenienza politica ed economica) e nemmeno ci tolgono risorse, dal momento che quelle – generose – messe sul piatto sia dalla UE che dall’Italia, sono risorse dedicate all’accoglienza e non possono essere utilizzate per altri scopi (oltre al fatto che queste generose risorse l'Italia sa anche come sprecarle) la litania becera e asfissiante resta la stessa: sono poveri e disperati, quindi – come minimo – ci tolgono risorse (anche se non sono dedicate  a noi) e ci tolgono lavoro (anche se non possono lavorare a norma di legge e di convenienza politica).

Rewind: torniamo al punto. Se costoro fossero ricchi che scappano da qualsiasi ragione plausibile e pure poco plausibile, li accoglierebbero tutti a braccia aperte, e nessuno si azzardi a dire il contrario: un po' di onestà intellettuale, suvvia!  Il distinguo è palese: il Dio denaro, davanti al quale tutti o quasi si prostano senza se, senza ma e senza distinzione di colore, razza e religione. Non si è forse razzisti anche contro i propri connazionali naturali, se essi non hanno condizioni economiche di tutto rispetto e vivono ai margini della società? La religione del Dio denaro, non permette deroghe. Sia mai.

Ma volendo fare altri esempi, per spiegare con dati certi che l’unico Dio imperante e amato ovunque nel mondo, è il Dio denaro, ecco che possiamo passare a elementi meno drammatici di queste centinaia di migliaia di poveracci di varia nazionalità, che iniziano la loro guerra personale scappando dal loro paese di origine, inerpicandosi poi per strade sconvolte e inaccessibili, capitando– ce li accompagnano attraverso i canali interni ormai come consuetudine – in Libia, e non per caso, per poi esser costretti con le cattive a salire su gommoni fatiscenti, per raggiungere una meta imposta dagli accordi tra Italia e Libia e Italia e UE: le coste italiane. E non è storia recente, questa. E' solo la memoria, che difetta a molti.

Da anni e anni l'Italia si approvvigiona di disperati internazionali, anche e sopratutto per sfruttarli in ogni modo bieco, come ad esempio nei campi di pomodori. Gli stessi pomodori che poi acquistiamo nei supermarket di moda, dentro barattoli di alluminio coperti da fascette di carta colorate e invitanti.

Che poi, dentro, coi pelati, il succo o la polpa a pezzettini, ci sia anche un poco di sudore e sangue umano, chi vuoi che ci pensi... Anche gli iPhone ne contengono a chili, ma vuoi mettere l'effetto scenico, a possedere l'ultimo modello?

Passiamo a un altro genere – molto diffuso – di adorazione ortodossa al Dio denaro. Vi pare possibile che una famiglia possa davvero amarsi? “Certo” risponderete in coro. E la vostra risposta è dettata solo da una consuetudine, non certo dalla realtà dei fatti.

Ricordate certamente, anche nelle vostre impeccabili famiglie, quanti discorsi e liti fatte sui patrimoni, sulle eredità, sulle appartenenze e sulle spartizioni. Forse voi lo chiamate “Amore familiare” e ognuno è libero di avere il lessico familiare che meglio crede, ma io che guardo alla società e alle persone in maniera analitica e distaccata, posso dirvi che questo non si chiama amore, anzi: non solo.

Si chiama “Amore per il denaro e il possesso delle cose”. Una frase più articolata. Tenetela a mente, vi servirà a riflettere sulla vita, al momento opportuno.

Magari non avete ricevuto la carezza di un vostro genitore al momento opportuno, o la frase di sostegno che vi avrebbe portato a seguire i vostri sogni, ma in cambio, otterrete quattro mattoni e qualche zolla di terreno, che crolleranno lo stesso giorno in cui la natura violentata dall'uomo, dovesse decidere di far crollare ogni cosa l'uomo ha edificato col denaro. E' giusto e sacrosanto - ci mancherebbe altro - pensare a metter su mattoni o ad accumulare risparmi, ma oltre questo non bisognerebbe mai dimenticare la parte puramente umana, affettiva, dei rapporti tra consanguinei, che spesso, invece, si tralascia, quasi fosse un inutile orpello. Non per nulla, in questa società composta da persone sempre più sterili affettivamente, è stata creata persino la "Campagna degli abbracci gratis " per recuperare questo gesto ormai quasi del tutto dimenticato...

Di esempi potrei farne a centinaia, ma me ne basta uno, per definire il concetto primario: per il denaro, si arriva a fare qualsiasi cosa. Tutto ciò che né per amore, né per religione né per nulla al mondo si arriverebbe a fare.

Vi fareste amputare un braccio, per amore? No, vero? Dilettanti…

Non siete abbastanza ortodossi alla religione del Dio denaro, e mi auguro per voi che non lo diverrete mai del tutto, eppure…C’è chi per denaro non teme nemmeno di farsi tagliar via una mano, un braccio o una gamba.

Non ci credete? Ecco qui la notizia di cronaca che lo certifica, fresca fresca: a Palermo la Polizia ha sgominato una banda che, con il consenso di chi accettava l’orrore dell’amputazione, approfittava poi delle assicurazioni, facendo credere che quelle mutilazioni erano a causa di incidenti stradali.

Che colpo allo stomaco, vero? L’ho letta con la stessa attenzione di quando studiavo le nefandezze compiute – con tanto di descrizione delle turpi e terribili torture imposte a donne e uomini e bambini – dalla cosiddetta “Santa inquisizione”. All’epoca, si imponeva il potere della Chiesa, che nel frattempo al potere politico iniziava anche ad ammassare potere economico. Oggi, alla religione del Dio denaro, si offrono sacrifici umani, in maniera del tutto volontaria, per avere in cambio non un gesto composto nell’aria con due dita – il segno della croce – bensì un sacchetto di denaro, che passerà di mano in mano in breve tempo, lasciando le amputazioni subite volontariamente comeignobile testimonianza di un’umanità e schiavizzata da se stessa.

Non prendetevela per i toni forti di queste mie parole: la verità ha sempre colori accesi e forti, e note limpide che arrivano, alle orecchie di molti, come stonate.

Se tutto questo non avrà un freno, se l’umanità non smetterà di seguire il Dio denaro, senza accorgersene peraltro, ritendendo essere un fatto dovuto e alquanto normale - “I beni, il patrimonio, i mattoni…col sudore della fronte ce li siamo conquistati e sono l’unico gesto d’amore che possiamo lasciare ai nostri figli” – si ritroverà, a breve, a constatare il nulla in cui la propria esistenza è stata calata a forza, e non ci saranno quattrini, ori e diamanti o mattoni “tirati su col sudore della fronte” a mitigare il vuoto incolmabile delle anime, che – senza saperlo – avrebbero vissuto questa breve esistenza sul pianeta terra, con maggiore serenità e armonia, con se stessi e con gli altri, sapendo vivere di quel poco che basta ad esistere come veri esseri umani.

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