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Una crisi della Madonna

Una crisi della Madonna
Autore: Editoriale del Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 21/08/2019

La marcia e la retromarcia su Roma sono state servite sul piatto mediatico di un’estate da capogiro. Tutto avviene mentre il popolo italiano spende il proprio tempo tra una crociera, una vacanza al mare e una gita fuori porta.

Le cose importanti, qua da noi, avvengono sempre nei momenti topici: quando la maggior parte della gente non è attenta, oppure nottetempo, ma in tal caso è per varare misure economiche da brividi, così ce le ritroviamo belle che infilate dove sapete al nostro risveglio.

Nutro qualche dubbio su ciò che dicono in queste ora molti italiani, e cioè che Salvini non sia in grado di capire le scelte fatte negli ultimi giorni, e che solo per timore di perder la poltrona sia giunto addirittura a ritirare la mozione di sfiducia al Premier Conte. Non mi tornano alla memoria azioni di politici che non sappiano perché facciano ciò che accade. Lo sanno eccome. Semmai sono i cittadini a esser poco preparati alle dinamiche che albergano negli ambienti in cui si decidono le sorti della nazione e della popolazione.

Ho riflettuto alquanto in questo periodo, e considerando la situazione reale non si poteva che arrivare alla crisi di governo. Il perché è semplice. In questi 14 mesi non è stato fatto nulla di utile per tentare di recuperare un poco delle troppe falle che ci assillano da anni. Bilanci in profondo rosso e senza alcuna possibilità di pareggio a breve e medio termine, accordi sui migranti – stretti dai governi precedenti - stracciati da porti chiusi, anche se solo temporaneamente.

L’esecutivo Lega-M5S ha prodotto più sfasci che soluzioni, e non mi si venga ancora a parlare del reddito di cittadinanza come misura risolutiva della vera condizione di povertà e disoccupazione: ancora oggi non è stato sviluppato appieno il sistema che doveva consentire ai beneficiari del RdC di poter sperare in uno straccio di posto di lavoro.

Non basta: le imprese che volevano assumerli hanno dovuto rinunciare per le troppe falle nell’organizzazione, senza dimenticare che molti candidati hanno rinunciato, perché la convenienza è cancellata dal fatto che lo stipendio iniziale verrebbe in molti casi assorbito dall’azienda, visto che è questa l’agevolazione prevista dalla misura a 5Stelle.

Un vero bordello, che ci è costato fin qui oltre un miliardo, l’inserimento del deficit in bilancio che non ha certo agito da balsamo alla nostra sgarrupata situazione, che rischia di traballare ancora di più ora che il futuro del governo, e quindi della stabilità politica ed economica della nazione, non sono certo rosei.

Rischiamo l’aumento dell’i.v.a. al 25%. Ce lo chiede l’Europa? No, ci siamo dati la zappa sui piedi da soli. Tenere i conti in ordine non è “un diktat dittatoriale imposto dalla UE” quanto la buona pratica che anche nelle famiglie normali viene messa in atto. Chissà perché quando si parla di bilanci nazionali allora no, tutto deve esser permesso, ogni errore viene percepito come una pinzillacchera. Non so come si possa ragionare in tal modo ma accade da decenni, e gli esiti di questa stramba visione a due velocità, sono sotto gli occhi di tutti.

Al di là dello spauracchio dell’aumento dell’i.v.a. che costerebbe circa 600 euro in più l’anno a famiglia – alla facci della cancellazione della povertà – esistono situazioni molto più complesse, anche legate alla situazione critica di altre nazioni europee, prima tra tutte la Germania, che per anni è riuscita a coprire una condizione economica reale facendo credere a tutti di essere la nazione tra le più virtuose al mondo. Poi ci sono gli USA, che stanno messi ben peggio di quanto urlino al mondo intero, e sappiamo quanto incida sul resto delle nazioni ciò che accade da quelle parti. Negli ultimi 10 anni – dall’avvio della crisi scatenata da Lehman Brothers– il debito pubblico americano appare più che raddoppiato, raggiungendo nel 2018 la bella cifra di 21.000 miliardi di dollari. Ma non è il solo problema. Il debito delle famiglie americane ha superato i 13.300 miliardi, e tra le cause principali vi sono le ipoteche immobiliari, che in troppi casi non vengono pagate. Un nuovo crollo del sistema finanziario americano è ciò che gli analisti economici prevedono e temono per l’economia mondiale.

Inoltre, a Trump non piacciono affatto gli accordi stretti dal governo Conte con la Cina, il One Belt One Road, meglio conosciuto come La Nuova Via della Seta. Le mire espansionistiche degli orientali sono una delle minacce peggiori che incombono sugli USA. Inoltre, il governo Lega-5Stelle ha disatteso le aspettative americane su questioni come l'accordo sugli F35, il TAP e la situazione in Venezuela. La presenza di Salvini al governo non ha potuto garantire che questi accordi potessero svolgersi come previsto. Meglio far cadere il governo.

A ben guardare, quindi,  ritengo di poter dire che questa crisi ci stava. Oltretutto, ma chi diamine potrebbe mai volersi assumere la responsabilità di ciò che può, e in alcuni casi dovrà, accadere di qui a breve, e che si abbatterà sul groppone dei cittadini?

Meglio far crollare il governo, un po’ come accadde nel 2011 ai tempi di Monti, che dovette assumersi la responsabilità di misure “lacrime e sangue” . Se le stesse soluzioni le avesse siglate Berlusconi sarebbe dovuto emigrare su Marte.

A un tecnico viene risparmiata, in parte, la gogna. È il suo mestiere generare misure terrificanti per ristabilire un poco di ordine, e di credibilità, in una nazione che da troppi anni è in balia solo dell’abuso di potere e della bulimia di conquista dei politici nostrani.

Alla fine, resta solo il cuore immacolato di Maria, il cui uso abusato anche nelle aule laiche della Repubblica Italiana non ha potuto dare un freno a una crisi della Madonna, che in ogni caso si abbatterà sulle spalle di chi resta solo a guardare.

Consiglio peraltro a tutti di non abusare troppo dell'uso di immaginette religiose, in quanto possono riportare alla memoria riti di altro genere, meglio evitare. Il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra ha già avuto da ridire in proposito...

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