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Italiani: un popolo di ignoranti che ha permesso il crollo del sistema paese

Italiani: un popolo di ignoranti che ha permesso il crollo del sistema paese
Autore: Editoriale del Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 14/09/2019

Il popolo italiano è ignorante. Certo, genericamente parlando. Non solo: soffre di dispercezione della realtà. Non sono io a dirlo, ma l’annuale classifica realizzata da Ipso Mori, e che ci colloca al primo posto in Europa come popolazione più ignorante e solo al dodicesimo a livello mondiale.

Che piaccia o meno è una realtà, e non è nemmeno necessario andare a verificare questi dati leggendo studi e classifiche: basta viverci in Italia, e avere a che fare con certi italiani per apprendere il livello generale di incultura e anche quello sulla dispercezione della realtà, sempre confermata da studi e ricerche.

Purtroppo, però, il basso livello culturale dell’italiano medio non significa solo una popolazione di incolti. L’ignoranza genera disastri a iosa, e di vario genere e livello. Essa non permette di comprendere gli accadimenti, ed è per tale ragione che la gente non è in grado di reagire a essi.

Non è un caso se nelle nazioni orientali si scende in piazza già solo quando vengono proposte leggi che, qualora venissero ratificate, porterebbe a un diverso assetto del sistema politico e sociale. Le manifestazioni che, dallo scorso aprile, incendiano le strade di Hong Kong sono una prova concreta di come altrove le cose vadano in maniera diversa rispetto all’Italia. La gente comprende cosa accade e reagisce di conseguenza. Non ci stanno a farsi trattare da pecore perché pecore non sono.

La stessa reazione l’abbiamo verificata in Francia, quando una fetta di popolazione ha alzato il culo e per mesi ha condotto una delle più grandi manifestazioni popolari della storia europea degli ultimi decenni. Anche da quelle parti la gente si rende conto di ciò che accade (non soffre quindi di dispercezione della realtà) e si interessa anche all’apprendimento delle tematiche riferite ai propri diritti di cittadini e di contribuenti. Ecco perché arrivano a manifestare platealmente contro la politica e il sistema che vorrebbe rendere impraticabile qualsiasi forma di democrazia.

Da noi? Un vero disastro. Troppa gente non sa un fico secco di politica, di economia, di Costituzione e di diritti civili. Passano il tempo pontificando su ogni argomento non conoscendo nulla di ciò su cui pretendono di argomentare.

Non basta: la dispercezione della realtà rende molti italiani incapaci di andare oltre il loro naso. Si convincono di cose irreali per poi non credere alle cose reali.

Se a tutto questo aggiungiamo una tendenza all’arroganza, che rende impossibile per alcuni il rispetto dei diversi livelli di cultura e di intelletto, ecco che la frittata è fatta: “L’uno vale uno” molti lo hanno assimilato col significato di “Tutti siamo pari livello culturale e di esperienza”. Una minchiata col botto.

Ora siamo arrivati a un livello ancor più basso, con l’arrivo di personaggi a scaldar poltrone di governo che non hanno competenze valide, non sono preparati per l’altissimo e difficilissimo compito di amministrare una nazione in crisi, non possono vantare livelli culturali di prestigio e nemmeno capacità diplomatiche, gestionali ed esecutive di tutto rispetto.

Non cito nomi perché la situazione è generalizzata. Così come generalizzato è il livello di profonda ignoranza tra la popolazione e che ha permesso di smontare, inderogabilmente, qualsiasi speranza di un assetto democratico nazionale.

Ormai si parla solo di potere, di poltrone e di denaro, meglio se quello degli italiani su cui tutti nutrono notevole interesse, in special modo per ciò che riguarda ogni metodo atto a sfilarcelo dalle tasche. Sta accadendo di tutto e la popolazione dorme un sonno profondo. Si parla di tassare i prelievi di contante, di ficcare il naso in tutte le azioni dei cittadini, di aumentare le imposte e diminuire i diritti civili. Tutti muti. Nessuno che scenda in piazza a urlare "Basta"!

Macché, reazioni della popolazione? Zero. O meglio, sui social network, su cui vengono riversati rabbia, sconcerto, sterile indignazione, false informazioni, dibattiti basati sul nulla e chiacchiere da bar.

Siamo destinati a precipitare negli inferi ancor peggio di come siamo messi oggi. Il tutto accade senza un minimo di reazione da parte della popolazione, che sa solo lamentarsi sterilmente, senza sapere troppo bene perché. Altro che "Popolo sovrano". Questa è sempre stata, e resta, una popolazione di pecore belanti. Non me ne vogliano i lettori, ma accettare la realtà dei fatti è un buon primo passo per cambiare. Ma cambiare davvero. L'aria del cambiamento in atto è infetta, e rischia di ucciderci tutti. Proprio sicuri che il lassismo e l'ignoranza siano ancora la scelta migliore?

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