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Forti coi più deboli e zerbini coi potenti

Forti coi più deboli e zerbini coi potenti
Autore: Editoriale del Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 24/10/2019

Una buona fetta di cittadinanza italiana, ogni giorno, si trova a dover fare i conti con i diritti civili negati. Dalla negazione del diritto alle cure a un sistema pensionistico ormai aberrante, passando per una pressione fiscale indecente e che, a causa della recente riforma, bastonerà prioritariamente il piccolo e il medio contribuente.

Sono arrivati alla minaccia del carcere se l’occhio invadente del Grande Fratello fiscale dovesse scovare qualche ambiguità.

Tutto ciò accade in una nazione dove è molto frequente incappare negli errori madornali realizzati da enti pubblici quali l’Agenzia delle Entrate Riscossione (Ex Equitalia S.p.A) o l’INPS: cartelle pazze, fatte pagare più volte anche se già pagate, espropri che non dovevano essere realizzati, cartelle fuori norma ma che il contribuente è comunque tenuto a pagare, e se l’errore è il loro aspetti mesi, e forse anni, prima di vederti riconoscere la  ragione. Invalidi civili a cui viene sospeso l’assegno mensile di sostegno al reddito per imprevedibili errori del sistema. Poi, per tornare a ricevere il dovuto, devi tirar giù tutti i santi del paradiso, mentre i falsi invalidi se la ridono alla grande.

Anche in questo caso, non solo si viene trattati male da impiegato istruiti a prendere a calci in culo chi gli paga lo stipendio, ma la risoluzione del problema creato dall’Ente non è affatto immediato. In questo modo il tempo vitale dei cittadini viene ridotto, così come viene peggiorata la qualità della vita e, più in generale, si impone al cittadino medio di esser considerato al pari di un delinquente, a prescindere.

Il motivo di tutto questo? Errori del sistema. A volte, come nel caso del recupero dei crediti, leggi e normative varate con la chiara intenzione di far impazzire i cittadini, gettandoli nello sconforto per il fatto di renderli indifesi anche quando hanno piena ragione.

Il ragionamento di chi gestisce l'apparato fiscale e previdenziale, parte dal presupposto che, se l’Italia ha un enorme buco nei bilanci, se il debito pubblico è tra i più alti al mondo, la colpa è del vecchietto pensionato, dell’impiegato, del disoccupato, del piccolo imprenditore, mica dei grandi evasori fiscali, o di quei politici corrotti e collusi col mondo industriale e, talvolta, con le cosche malavitose. Parlo di casi reali e che le cronache ci riportano ormai da anni.

I politici sono forti coi più deboli e zerbini coi potenti. Una via di mezzo, almeno negli ultimi 30 anni, non si è mai trovata. Ora paghiamo pegno per non aver mai preteso il giusto rispetto, la solidarietà e la concessione di ciò che ci è dovuto costituzionalmente. D’altronde, ignorare i propri diritti è alla base di tutto quanto avviene contro una popolazione. Se il cittadino medio ignora i diritti civili fondamentali, è automatico che essi non siano onorati.

C’è anche un altro aspetto fondamentale da prendere in considerazione: un popolo che è abituato a essere condotto piuttosto che ad autodeterminarsi, genericamente parlando, non può che cadere nelle mani di chi governa attendendo, a ogni nuova legislatura, di essere tratto in salvo. Che paradosso! Sperare di esser salvati dagli stessi individui che sono la causa dei problemi.

Il successo di Matteo Salvini è di facile lettura: ha li piglio giusto, il modo di parlare del grande statista che sa parlare al popolo in maniera chiara ed efficace. Gli elementi perfetti per riuscire a farsi amare. Molti, probabilmente, si immedesimano al punto da trarne un effetto benefico: quello di sentirsi persona forte e volitiva, almeno per qualche attimo.

Di contro, si assiste ormai passivamente alla rappresentazione del contrario: zerbini coi potenti – prendendo in prestito una frase dal brano di Frankye H-NRG “Quelli che benpensano” – con la sottomissione totale a coloro che, a ogni livello, rappresentano il potere, siano essi grandi industriali, politici corrotti o malavitosi a capo di potenti cosche.

È così ovunque, sia chiaro. Il potere non puzza. Come il denaro. Ciò che trovo squallido è lo stile mentale adottato da una fetta di italiani, che hanno gettato il cervello alle ortiche, si son piegati al diktat dell’ignoranza generalizzata piuttosto che alzare il capo oltre il livello di merda in cui stiamo vivendo tutti, anche chi, come me, non ha contribuito a questo stato di cose.

Ora è tardi. non tanto perché non possa esser fatto presente a chi governa di volta in volta, che esiste un limite ed esiste un popolo da rispettare. Il problema è grave perché la maggioranza della popolazione italiana non è in grado di comprendere, non studia gli eventi e non è davvero interessato agli accadimenti politici e nemmeno a quelli economici.

Mentre scrivo, in tutto il mondo la gente si ribella a misure fiscali ed economiche che oltraggiano i diritti civili dei meno abbienti. Qui si schiamazza sui social, diffondendo castronerie sterili a macchia d’olio. Nel frattempo, le nuove misure fiscali ci rendono tutti ipotetici truffatori, ma tranquilli italiani: abbiamo un premier che – lo aveva promesso alla prima nomina – sarà L’avvocato difensore del popolo italiano"

Trattare da delinquenti la gente onesta e venerare i veri malfattori non ha nulla di legale e nemmeno di democratico. Lo so, troppo difficile da capire, troppo oneroso far qualcosa di concreto.

Da Bailonia, per ora, è tutto. Statemi bene.

 

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Data:10/08/2013
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