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Il business dei terremoti

Il business dei terremoti
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 14/07/2012

Può un terremoto, di grave entità, con tanto di morti e migliaia di sfollati disperati, ed imprese miseramente crollate e chissà per quanto tempo, divenire un business? A quanto pare, per alcuni, si.

Abbiamo peraltro un ricordo ancora vivo, di quel dannato precedente terremoto dell'Abruzzo, che dopo pochi minuti dalla scossa assassina delle 03:32, fece letteralmente fregare le mani dal giubilo – (…) – due lestofanti che già sentivano odore di soldi a palate da generare sull'odore della distruzione e quello ancor peggiore delle oltre 300 vittime totalmente innocenti.

L'essere umano, spesso è più satanico della stessa idea che di Satana abbiamo un po' tutti. Riesce a generare un cinismo pari forse solo a certi aguzzini di certe guerre giunte fino al genocidio di massa con metodi da macellaio oppressore di masse.

Ho parlato in molti articoli del post sisma in Abruzzo, e fino a poco tempo fa. Perché di quel terremoto – che all'epoca divenne palcoscenico osceno di decine di personaggi ansiosi di protagonismo pur se su corpi dilaniati e tonnellate di macerie – ha ancor oggi, effetti devastanti sulla vita, la quotidianità, l'economia della Regione colpita si, ma anche di tutta la Comunità Italiana.

Migliaia ancor oggi ed a distanza di tre anni, gli sfollati. Ricostruzione? Manco l'ombra. Tasse ed imposte rimesse in debito in tempi troppo stretti per poter parlare di umanità istituzionale. Imprese cancellate per sempre in un colpo. Dignità dilaniate. Morti senza diritto di giustizia.

E la ciliegia finale, che accomuna tutte le grandi disgrazie nazionali e non solo: il buio ed il silenzio calato dopo le luce di una ribalta aguzzina e trionfante sulle macerie umane di una popolazione che ormai sempre più spesso viene sconfitta, sfregiata, assoggettata fino a compiere infami genocidi che hanno lo scopo – delinquente – di sopprimere ogni criterio di civile sostegno alla cittadinanza.

Del terremoto abruzzese ci sarebbe ogni giorno un nuovo capitolo da scrivere per esporre fatti e descrivere situazioni che sono sempre sull'orlo della scandalosa manifestazione di oppressione contro popolazioni più disgraziate di altre.

Ma non c'è voglia né tempo, e ora ecco che ci capita un altro terremoto, fatto di tanti piccoli e grandi terremoti che si sono susseguiti l'un l'altro ed ancora fanno tremare la terra ed il cuore.

Ho già descritto in questo articolo, le inquietanti similitudini di due terremoto che già conservano al loro interno troppi misfatti e pochi fatti.

Non c'è nulla da fare: chi gestisce il "gioco" non trova mai di meglio da fare, in presenza di eventi naturali che gettano ancor più nella disperazione popolazioni disperate di ogni sorta di crisi, pur essendone incolpevoli, che gestire le cose sempre ed unicamente in un verso: anche da un terremoto, bisogna trarre un qualche profitto. Ben venga, se questo profitto fosse destinato alle popolazioni colpite dal sisma. Ma così non è, e nemmeno stavolta le Istituzioni mostrano pentimento e volontà di reale sostegno, pur nel vicino ricordo di scandali ancora freschi e odorosi di sangue misto a lacrime e sabbia.

Abruzzo ed Emilia, pur nella loro individualità territoriale, si ritrovano fratelli, forse purtroppo gemelli. Eredi di speculazioni decennali, di stato sociale troncato di netto, di istituzioni furfanti, meschine ed interessate solo semmai, a sfruttare il solito palcoscenico per poco e poi massacrare chi è già massacrato di suo.

Questa volta forse, speravate di udire e leggere comportamenti diversi da quelli adottati dopo il sisma in Abruzzo, ma "tranquilli": non solo sembra non esser cambiato nulla, ma le similitudini fra i due eventi disastrosi, già palesi dopo pochi giorni dall'ultimo evento emiliano, stanno addirittura aumentando.

Ora, è ancora una volta il tempo di chiedersi: che fine fanno i soldi versati volontariamente dalla popolazione, ad esempio attraverso gli sms "solidali"? Per l'Abruzzo, 5 milioni, sono stati raggranellati in un solo giorno, quello immediatamente dopo la forte scossa. Ad oggi, per i terremoti in Emilia ed a chiusura del numero solidale, siamo arrivati a ben 15mln di euro.

E parliamo solo degli sms. Non dimentichiamo poi, i versamenti fatti direttamente nelle sedi bancarie, altro scandalo: le banche hanno trattenuto ai donatori, commissioni fino a 5 euro ad operazione… L'ABI si scusò, dichiarando che "i correntisti avrebbero ricevuto la somma indebitamente versata". Peccato però, che potendo in effetti entrare in una qualsiasi banca, anche senza avere un conto corrente, il cittadino può versare il proprio obolo. E a chi li restituiscono i soldi, quelli delle banche?

Ma ecco che subito, un'altra triste similitudine prende già forma. Gli sms solidali. Con chi? Con le banche. Che già per il sisma in Abruzzo e "grazie" ad un decreto di Bertolaso, utilizzarono i milioni raggranellati in questo modo, non per darli alle città colpite, bensì per creare un fondo di micro credito. Vale a dire: i soldi li teniamo noi. Poi semmai, li prestiamo ai cittadini terremotati a tassi "agevolati". Speculazione si chiama. Con l'aggravante dell'appropriazione indebita.

Ora, sembra che la storia si ripeta. Col beneplacito del Governo, dei partiti e di tutto il parterre bancario italiano, ovvio.

Se tutto va bene, siamo rovinati. Cos'altro c'è da aspettarsi in questa nazione intrisa ormai di sangue e lacrime umane più di altre nazioni intrise si di sangue, ma con alla base un concetto diverso: non la speculazione perpetrata persino sulle disgrazie naturali, ma per giungere a volte a forme di libertà e democrazia che in alcuni paesi è e rimane un miraggio.

Persino il sangue ha un altro sapore. Dipende sempre dal motivo per cui viene versato.

Così, potrebbe un giorno venire a tutti un dubbio. Atroce. Non tanto che i terremoti possano o meno essere previsti in tempo utile. Quanto - semmai - creati ad hoc. Affinchè persino un terremoto, divenga a tutti gli effetti un business attraverso il quale arricchire qualcuno. Scegliete voi i nomi.

D'altro canto, si sa che per esempio la Protezione Civile da anni lavora all'elaborazione dei dati futuri sulel eventuali avversità naturali. Sanno ad esempio, che solo a causa dei terremoti, in Italia nelperiso che va dal 2008 al 2100, le vittime previste per i terremoti futuri si aggirano sulle 200.000. Basta leggera la " PROIEZIONE DEL RISCHIO SISMICO IN ITALIA DAL 2008 AL 2100". In pratica, una sorta di Business Plan...

Visto che per prima proprio la Protezione Civile non mette mai in atto una delle fasi fondamentali contenute nello statuto - ora in revisione - che parla di prevenzione e controllo del territorio, basta fare due più due per capire a cosa possano servire certi dati.

E' un dubbio, ovvio. Sacrosanto però. Che non mi piace avere...

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Il business dei terremoti by Emilia Urso Anfuso is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.
Based on a work at http://www.gliscomunicati.com/content.asp?contentid=2265.




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